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La recensione de Il filo nascosto: storia di una musa e del suo creatore

L’ultima prova d’attore di Daniel Day-Lewis prima del ritiro definitivo racconta una guerra tra i sessi raffinata e fuori dagli schemi 

Il filo nascosto

Il filo nascosto

29.01.2018 - Autore: A.L. (Nexta)
Quando un film funziona e appassiona capita che si esca dalla sala con lo spirito del film sulla schiena come una scimmia addomesticata a dovere. È quello che succede con Il filo nascosto di Paul Thomas Anderson candidato a sei premi Oscar e ultima prova d’attore per Daniel Day-Lewis prima del ritiro definitivo dalle scene.



Il film è persuasivo non tanto perché si esce dalla proiezione sentendosi davvero nella Londra del dopoguerra e nel clima di fervore artistico della casa dello stilista Woodcock, ma piuttosto perché la magia di un’unione tra un uomo e una donna profondamente tenera e bizzarra fa vedere un po’ tutta la realtà esterna attraverso la lente rosa della lievità del film. Il filo nascosto è un’ironica storia d’amore e un racconto che descrive con ironia e tanti paradossi l’isteria del genio dello stilista di successo Reynolds Woodcock (Lewis) e il suo rapporto altalenante con la sua musa e amante Alma (Vicky Krieps). Li divide la differenza d’età e il ceto: per questo in un primo momento è una liaison guidata dal dominio da parte di Reynolds, dall’anaffettività, dal controllo esasperato dell’altro, che lo stilista prova a modellare come un abito sartoriale sulla base dei suoi gusti in fatto di moda, educazione, maniera di amare. Dall'altro lato, come in una danza, è un continuo attacco da parte di Alma nel voler provare a smantellare la corazza di un uomo geniale quanto freddo e superbo che Anderson descrive con tantissima raffinatezza e ironia, senza drammi eccessivi, e calandolo in un contesto specifico: una casa di moda, piena di donne lavoratrici che dipendono tutte in qualche modo dal genio dello stilista, dalla sua capacità di affascinare e di trasformare ogni donna, tramite un abito, in una principessa.



Day Lewis in questo senso è un attore capace di un magnetismo straordinario e di assoggettare con la sua prova sia i comprimari sia lo spettatore stesso. 

La ricchezza del film è che il suo personaggio pur chiedendo molto agli altri in cambio della reciproca ammirazione, è dispotico e teocratico, si trova davanti un personaggio di una donna che non subisce ma come in un duello senza esclusione di colpi, in una guerra tra i sessi in stile british ma non per questo meno determinata, reagisce e alla fine trova il modo per farsi amare da questo uomo senza subirne la personalità eccentrica e lunatica. In tempi di #metoo e di una narrazione del femminile che esclusi i fatti gravi sembra sempre mettere le donne nel ruolo di vittime inermi, di esseri fragili e senza potere, questo è un film bel bilanciato, moderno, una mazurca dell'amore, che fa ancora più disperare per l’addio al cinema di Daniel Day-Lewis. 

Il filo nascosto, in uscita il 22 febbraio 2018, è distribuito da Universal Pictures.