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La battaglia dei tre regni: la nostra recensione

Dopo un periodo in cui il suo genio sembrava almeno parzialmente assopito, John Woo torna ad entusiasmare con questo nuovo epic-movie

La battaglia dei tre regni

26.10.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Dopo aver visto il suo estro cinematografico imbrigliato in un prodotto di assoluta routine con “Paycheck” (id., 2003), John Woo ha deciso di tornare in Oriente per dirigere un colossal da più di 80 milioni di dollari, a detta di molti il più grande budget della storia del cinema cinese.
Quelli che nel mercato asiatico sono usciti come due episodi separati della durata di due ore ciascuno, in Occidente diventano un unico lungometraggio di due ore e mezzo, che racchiude le linee narrative principali del poema epico da cui è tratto.

La battaglia dei tre regni

La battaglia dei tre regni” (Chi bi xia: Jue zhan tian xia, 2009) è senza dubbio uno dei migliori lungometraggi di quello che possiamo ancora considerare un maestro di cinema d’azione. Pur  avendo a disposizione scenografie, costumi e setting di grandezza spropositata, Woo non si perde in riprese inutili ed organizza la messa in scena secondo le coordinate del suo cinema più spettacolare:  montaggio serratissimo, movimenti di macchina vertiginosi, potenza spettacolare estesa alla massima potenza. Il film è un susseguirsi praticamente ininterrotto di immagini infuocate, che abbagliano nella loro bellezza: le scene di battaglia sono, come nei lavori più riusciti di Woo, delle coreografie di incredibile efficacia.

La battaglia dei tre regni

Dopo un periodo in cui il suo genio sembrava almeno parzialmente assopito, John Woo torna ad entusiasmare con un film che coniuga al meglio l’epica e la spettacolarità del racconto classico con l’estetica violenta e portentosa dei suoi capolavori: da “The Killer” (Dip huet seung hung, 1989), a “Bullet in the Head” (Die xue jie tou, 1990), da “Face/Off” (id., 1997) a “Mission: Impossible 2” (id., 2000), tutta la potenza espressiva del suo cinema adrenalinico viene in qualche modo riproposta ne “La battaglia dei tre regni”, che appunto come detto prima riesce anche a valorizzare al massimo la ricostruzione storico/scenografica.

Per chi ha amato il John Woo più lontano nel tempo, questa sua nuova pellicola non può che rappresentare un infuocato ed avvincente tuffo nel passato, dove la sua arte consisteva nella perfetta e portentosa fusione di immagine  e movimento.  Abbiamo ritrovato un autore con la “A” maiuscola, e di questo non possiamo che essergliene grati.