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Isis, Tomorrow - Il film che scava nelle ferite del nemico dell'Occidente (Recensione)

Il documentario presentato Fuori Concorso alla Mostra di Venezia pone interrogativi inquietanti, che vanno oltre la rabbia e il rancore.

11.09.2018 - Autore: Mattia Pasquini, dalla Mostra di Venezia
Cos'è l'Isis, come si muove, come opera, dove nasce, come finisce? Il documentario Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi di fatto non risponde a queste domande; non è quello il suo intento principale, non è quello l'importante. Sono domande che tutto sommato abbiamo visto affrontare - purtroppo - molte volte negli ultimi anni e con risposte diverse, a volte senza risposta. Qui il problema sotto i riflettori è un altro: è il domani. È l'eredità che il cosiddetto Stato Islamico sta lasciando al nostro mondo, forse più ancora al proprio mondo.



Perché mentre le frange più estreme si vanno riorganizzando, qui scopriamo in maniera imprevista e imprevedibile le conseguenze dei mesi di guerra a Mosul. I riflettori si spostano sul dopoguerra, vissuto dall'altro lato. Quello degli sconfitti. Tra i familiari delle vittime, ma soprattutto dei martiri mandati in giro per il mondo a colpire gli infedeli o nei territori che continuano a essere sotto attacco, o devastati dalle conseguenze del conflitto.

È interessante la sensazione che ne deriva, di vivere il dilemma che non vorremmo, a livello personale e morale. Avendo ben chiaro in testa lo schieramento da scegliere, i buoni e i cattivi, a volte forse in maniera un po' troppo tranchant. E non è banale il ritrovarsi sgomenti di fronte a una vendetta di Stato, a una umiliazione sistematica di quello che rimane dell'Isis.

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L'obiettivo di Mannocchi e Romenzi scava infatti tra le tende e i container del campo profughi, vero e proprio ghetto nel quale sono raccolti le anime perdute del titolo. Esseri disumanizzati, raccolti per poterne disporre. Senza fine. Con ogni mezzo, privati dei servizi, di assistenza, inascoltati, spinti allo stremo o all'esasperazione solo per potergli poi negare quel minimo di umanità della quale ci si è sentiti privati. Un occhio per occhio che razionalmente, e lucidamente, risulterebbe inaccettabile per qualunque persona che avesse sofferto per mano di quegli stessi colpevoli.



Una strategia che appare miope, come tante altre se ne sono adoperate fino a oggi e che, come già è stato, rischiano di scatenare una reazione opposta. Come intuiamo nelle risposte di molti, soprattutto dei più giovani, divisi tra la vergogna per quello che è stato, la paura per quello che è e soprattutto la rabbia e il desiderio di rivalsa nei confronti di quelli che vengono di nuovo vissuti come soprusi inaccettabili e violazioni del proprio diritto e della propria fede. Forse bisognerebbe invece ripartire dal desiderio rimasto in molte delle donne - mogli, vedove e madri - che più praticamente scelgono la vita, nella speranza di poter  riprendere una esistenza normale, o solo vivere in maniera diversa, per sè, ma soprattutto per i propri figli. E aggiungeremmo per noi tutti.

Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul è distribuito da ZaLab.

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