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Iron Man 2 - La nostra recensione

Un sequel non all'altezza dell'originale, "Iron Man 2" è buono per intrattenere senza impegno per due ore, ma lascia la semplicità del prototipo in favore di una visione d'insieme che non convince appieno...

Iron Man 2 - Imax Poster

03.05.2010 - Autore: Marco Triolo
Liberiamo immediatamente il campo da ogni dubbio: "Iron Man 2" non è un sequel all'altezza dell'originale, l'exploit di Jon Favreau che nel 2008 diede il calcio d'inizio alla "Marvel Age of Movies" e risollevò la carriera della stella morente Robert Downey Jr. Un film azzeccatissimo sotto ogni punto di vista: una trama semplice e lineare unita a una regia snella, una sceneggiatura spigliata e interpreti in palla. Una commistione riuscita di commedia brillante e azione che, lo si era capito da subito, sarebbe stata molto difficile da ripetere.

Robert Downey Jr. in Iron Man 2

D’altra parte la storia dei cinecomics ci insegna che, una volta raccontate le obbligatorie origini, i sequel concedono molto più spazio al divertimento. Eppure qualcosa è andato storto a monte: forse proprio l'eccessiva libertà di spaziare è stata la condanna (parziale) del film, che potendo rubare a piene mani da oltre trenta anni di storie ha finito per mettere troppa carne al fuoco senza approfondire nulla. Forse invece è stata la fretta nel confezionare questo seguito a generare una pellicola dispersiva e funzionale solo in parte: la sceneggiatura - di Justin Theroux, voluto da Downey che aveva già collaborato con lui in "Tropic Thunder" - ha il sapore di una stesura preliminare, e avrebbe necessitato di un po' di pulizia specialmente nel ritmo dell'azione e nei dialoghi, eccessivamente logorroici. Chiariamo, non è che "Iron Man 2" sia un brutto film: è sufficiente per intrattenere un paio d'ore e in certe parti è piuttosto riuscito, grazie soprattutto alla bravura di Downey e alla sua innegabile alchimia con Gwyneth Paltrow.

Robert Downey Jr. e Gwyneth Paltrow in Iron Man 2

Ma da qui a gridare al "miracolo" di una nuova stagione dei fumetti al cinema, ce ne passa. A parte il protagonista Tony Stark, gli altri personaggi sono tutti sacrificati in nome di un'epica visione d'insieme che alla fine non convince troppo. Prendiamo ad esempio la sottotrama dedicata al padre di Tony, Howard Stark (John Slattery): il film vorrebbe parlare di un rapporto padre-figlio difficile, mostrando una riconciliazione postuma che però non funziona, perché Favreau non ci fa davvero comprendere il legame tra i due. Inoltre, e si era capito dai trailer, c'è un mistero legato al passato della famiglia Stark: ma l'enigma, che poteva essere uno dei punti di forza della pellicola, viene risolto in cinque minuti e senza pathos. Per il resto il film soffre di una parte centrale moscia, in cui non succede praticamente nulla a parte un pestaggio tra Tony e Rhodey (Don Cheadle) in armatura. E i due cattivi, Mickey Rourke e Sam Rockwell, sono davvero buttati via.

Mickey Rourke in Iron Man 2

Rockwell in particolare interpreta il suo Justin Hammer proprio come un cattivo "da fumetto": sembra una definizione ridondante, ma dato che i Marvel Studios si prefiggono di trattare il materiale con la giusta gravitas, stona un bel po' la recitazione sopra le righe di un Rockwell chiaramente a briglia sciolta. Forse anche in questo caso la colpa è da imputare a Favreau, incapace di tenere al guinzaglio i suoi pezzi da novanta: anche Samuel L. Jackson, nei panni di Nick Fury, gigioneggia senza ritegno. Scarlett Johansson passa invece in secondo piano, e ottiene la chance di brillare solo in una scena, anche se il sex appeal non manca. In generale, "Iron Man 2" conferma una delle paure generate da "L'incredibile Hulk": che la Marvel si stia preoccupando più del quadro generale che dei singoli film.

Scarlett Johansson in Iron Man 2

Cosa funziona, dunque, in “Iron Man 2”? Robert Downey Jr. è brillante come sempre, e gli scambi verbali con la Paltrow sono spesso adorabili. La regia di Favreau è competente e serve alla perfezione una serie di scene d'azione ben coreografate: in particolare, la sequenza del GP di Monaco è divertente e piacerà ai nerd, soprattutto per la trovata dell'armatura portatile. Il gran finale, nonostante il cattivo di turno esca di scena troppo in fretta, è spettacolare e non lascia respirare. Bella anche la trovata di insistere sulla percezione che la stampa ha del ruolo di Iron Man: un'idea che prelude a scenari più cupi, ispirati alla recente saga Marvel "Civil War". I demoni interiori di Tony Stark sono solo accennati, ma in questo caso è meglio così: lasciamo la discesa nel lato oscuro per il terzo, immancabile capitolo.

Iron Man 2

In conclusione, "Iron Man 2" intrattiene senza impegno per due ore buone, è sufficientemente intelligente da non prendersi troppo sul serio e per questo vince la battaglia con temibili polpettoni come "Spider-Man 3" e "Transformers 2". Però se cercate qualcosa in più di questo, potreste rimanere delusi.

La pellicola arriverà nelle sale dal 30 aprile distribuita dalla Paramount Pictures.

A seguire la vignetta di Marco Triolo: "Mickey Rourke: Attore di metodo o bad boy?"


Mickey Rourke nella vignetta di Marco Triolo

Per saperne di più
Movie Style: Robert Downey Jr.
Il trailer del film
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Red Carpet: Downey & co. alla première mondiale di Iron Man 2