NOTIZIE

Il gioiellino - La nostra recensione

Lo "Scandalo Parmalat" raccontato con lucidità da un film che coniuga con coerenza forma e contenuto

Il gioiellino - Toni Servillo e Remo Girone

05.03.2011 - Autore: Adriano Ercolani
Il crack finanziario della Parmalat raccontato dall’interno, attraverso le vicende personali e pubbliche dei due protagonisti che quell’impero finanziario lo costruirono su basi inconsistenti e quindi successivamente sbriciolarono: Amanzio Rastelli/Callisto Tanzi (Remo Girone) e Ernesto Botta/ Fausto Tonna (Toni Servillo).

Un buon film nella stragrande maggioranza dei casi parte dalla sceneggiatura: si sicuro questo è il caso de “Il gioiellino, seconda regia di Andrea Molaioli dopo il forse sopravvalutato “La ragazza del lago”.  Il regista, che ha realizzato lo script insieme a Ludovica Rampoldi e Gabriele Romagnoli, riesce ad ottenere a livello narrativo il notevole risultato di raccontare i suoi personaggi senza offrire al pubblico un giudizio preconfezionato sulle loro rispettive psicologie e azioni. E questo non perché la sceneggiatura voglia evitare di darle oppure non vi riesce, ma piuttosto perché preferisce intelligentemente costruire sull’ambiguità dei personaggi il suo punto di forza. Quello che ne esce fuori è un film sfaccettato, sottile, enigmatico. Molaioli poi dimostra di avere ben presente come vuole organizzare la messa in scena, e sfrutta soprattutto le ottime scenografie di Alessandra Mura per raccontare un mondo arcaico, polveroso, che rappresenta il passato immobile del nostro Paese e non riesce a stare in corsa con un’economia internazionale che cambia pelle con troppa rapidità.

Toni Servillo ne Il gioiellino

A livello puramente cinematografico “Il gioiellino” funziona a meraviglia, grazie anche alla fotografia sempre efficace di Luca Bigazzi e alle bellissime musiche di Teho Teardo. E poi ci sono i tre protagonisti, tutti capaci di prove assolutamente convincenti. Toni Servillo si sbarazza dell’istrionismo che ha contraddistinto le sue ultime prove cinematografiche e regala al suo Ernesto Botta una compostezza stilizzata e malinconica, asciutta nei gesti ma comunque capace di raccontare la vita interiore e la mente dilaniata del ruolo. Accanto a lui un Remo Girone fisicamente aderente al personaggio di Rastelli, capace per di più di dotarlo di un’ambiguità che fino alla fine lascia sorprendentemente interdetti sulla sua reale natura, divisa tra ingenuo imprenditore e truffatore senza scrupoli. A supporto dei due protagonisti una brava Sarah Felberbaum,  molto efficace nel giocare con il non detto e con i mezzitoni di una figura femminile finalmente non soltanto accessoria, ma la contrario delineata con sottigliezza ed eleganza.

Remo Girone ne Il gioiellino

Ultimo esempio di un cinema di indagine civile sulle atrocità economiche e sociali dell’Italia contemporanea, “Il gioiellino" è un film che mescola con cura e coerenza la forma con il contenuto, assicurando agli spettatori un prodotto molto più elevato rispetto a quello che offre oggi la nostra industria cinematografica.     

La pellicola  è distribuita nelle sale dalla BIM

Per saperne di più
Guardate il trailer