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I morti non muoiono - The Dead Don't Die, deludono gli zombie di Jim Jarmusch (recensione da Cannes)

I morti viventi che hanno aperto Cannes 72 strappano qualche risata. Ma non lasciano mai il segno

15.05.2019 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
Piccolo simpatico film. Né più né meno. Questo è I morti non muoiono, il nuovo lavoro di Jim Jarmusch che ha aperto il 72simo Festival di Cannes. Sei anni fa, al tramonto dell'era della Twilight Saga, Jarmusch girava Solo gli amanti sopravvivono, una storia d'amore vampiresca. In quell'occasione il regista rielaborava un genere iper-sfruttato cercando di farlo suo. Quel film lasciava il segno grazie alla sua simpatia e al gruppo di protagonisti guidato da Tilda Swinton e Tom Hiddleston, vampiri divertiti e divertenti. E innamorati. 
 
In The Dead Don't Die (questo il titolo originale) l'operazione è più o meno la stessa: prendere un ramo del genere horror e cercare il più possibile di trasformarlo in "un film di Jim Jarmusch". Ma il regista sessantaseienne prende una pausa dai suoi lavori più importanti e gira una storia che non lascia il segno. I suoi zombie non sono belli come i vampiri innamorati

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I morti non muoiono: Tilda Swinton interpreta ancora una volta "la versione cool di Tilda Swinton"
 
C'è sicuramente una premessa interessante: il riscaldamento globale ha portato il pianeta a cambiare asse e girare in senso opposto. Un moto che ha scatenato calamità naturali e anche l'apocalisse degli zombie. Un evento che Jarmusch racconta partendo da Centerville, il tipico villaggio americano in cui il massimo dei crimini commessi è rubare galline o denunciare di aver subito quello stesso furto dichiarando il falso. C'è la polizia amichevole rappresentata da un Bill Murray vecchio e stanco (e ahimé anche la sua performance è altrettanto vecchia e stanca), c'è Adam Driver che si ripete ancora una volta nei panni dello scemotto silenzioso ma con una componente di genio. C'è il diner americano, ci sono i weirdos di città e naturalmente tutti hanno la loro doppietta a disposizione nell'ingresso delle loro case. L'America dei Redneck. L'America di Trump.  
 
Scatenare l'apocalisse zombie nel bel mezzo della "vera America" è un'idea interessante. Riflettere sul fatto che "siamo già zombie e non ce ne rendiamo conto" è la seconda idea vincente. Ed entrambe non vengono sviluppate in maniera convincente. Anzi, non vengono sviluppate affatto. La verità è che Jarmusch non ha abbastanza materiale per un filmSi ha quasi la sensazione che abbia girato senza una sceneggiatura, limitandosi a filmare un soggetto allargato. Un paio di trovate geniali con gli zombie che se ne vanno in giro a bere caffè, smanettare con gli smartphone e assaltare una farmacia per procurarsi lo Xanax scatenano una risata. Una reazione di piacere che si conclude in pochi secondi. La commedia non è abbastanza forte.  
 
La verità è che se Jarmusch avesse seguito questi personaggi evitando in toto il twist horror, allora forse avremmo avuto un film più interessante sull'America di oggi vista da uno dei registi più interessanti in circolazione (il suo Paterson, presentato a Cannes nel 2016, era veramente un grande film). I morti non muoiono è una barzelletta di passaggio: Jarmusch e il suo cast volevano divertirsi. Non c'è niente di male. Ma non c'è nemmeno un vero film. 


Tom Waits, il più grande di tutti

Ovviamente Iggy Pop in versione zombie e Tom Waits in versione uomo dei boschi preparatissimo per l'apocalisse valgono il prezzo del biglietto. Un colpo di coda di un regista che sa di essere uno dei rocker più interessanti del cinema internazionale, nonostante questa volta presenti al suo pubblico una composizione che è più una cover da dimenticatoio che un brano originale che lascia il segno.  
 
Questo è The Dead Don't Die, un'apertura moscia per il festival di Cannes. Il film arriverà nelle sale italiane dal 13 giugno distribuito da Universal Pictures.

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