"Giulio è un diciassettenne di buona famiglia spedito in collegio", un collegio particolare, una sorta di palestra di vita "per rampolli di ricche famiglie", come descrive il suo I figli della notte il regista esordiente Andrea De Sica. Non un novellino, e non solo per l'aver 'respirato' cinema tutta la vita (è il nipote di Vittorio e figlio di Manuel, al quale il film è dedicato), ma per l'esser stato assistente alla regia con Bernardo Bertolucci, Ferzan Ozpetek, Vincenzo Marra e Daniele Vicari e aver accumulato una certa esperienza internazionale con i suoi corti e documentari precedenti a questa Opera prima. Eppure tanta esperienza non sembra avergli impedito di realizzare un film tanto sentito quanto zoppicante.
![](fileadmin/mediafiles/film/generici/201611/images/670x368/OFF_ifiglidellanotte_02.jpg?n=0.9561088060504849)
L'obiettivo dichiarato dell'unico film italiano in concorso al Festival di Torino 2016 era raccontare la sensazione di abbandono dell'adolescente protagonista, e attraverso di lui in generale le "difficoltà di relazione tra genitori e figli nel passaggio dall’infanzia all’età adulta", ma forse per l'origine più o meno vagamente autobiografica della vicenda e dei soggetti il necessario distacco nella narrazione sembra aver lasciato campo a una confusa ed emotiva partecipazione. Tale da finire per abbandonare a clichè e didascalismi la rappresentazione di momenti anche chiave dello sviluppo (del film stesso e della caratterizzazione dei personaggi e delle loro dinamiche), cristallizzando anche ogni possibile pathos in una messa in scena piuttosto piatta.
Tra amori interessati, scoperte dolorose, amicizie forzate e misteri prevedibili si attraversano diversi registri, tutti - anche i più potenzialmente interessanti - gestiti con una certa velocità e superficialità. Lasciando, come accennato, l'impressione di aver più o meno consciamente trattenuto dentro di sé molto di quello che si voleva esprimere, magari anche con finalità catartiche… Probabilmente un diverso commento musicale o degli auspicabili ripensamenti relativi a certi scambi in sceneggiatura avrebbero giovato e sollevato il giudizio complessivo. Che purtroppo resta negativo, e che attendiamo di poter rivedere con migliori future prove, sia dal punto di vista della regia degli attori sia di quella generale, che ci allontani dal finale amaro - e rassegnato? - di questo 'dietro il Paese dei Balocchi' (con annesso Lucignolo).
![](fileadmin/mediafiles/film/generici/201611/images/670x368/OFF_ifiglidellanotte_02.jpg?n=0.9561088060504849)
L'obiettivo dichiarato dell'unico film italiano in concorso al Festival di Torino 2016 era raccontare la sensazione di abbandono dell'adolescente protagonista, e attraverso di lui in generale le "difficoltà di relazione tra genitori e figli nel passaggio dall’infanzia all’età adulta", ma forse per l'origine più o meno vagamente autobiografica della vicenda e dei soggetti il necessario distacco nella narrazione sembra aver lasciato campo a una confusa ed emotiva partecipazione. Tale da finire per abbandonare a clichè e didascalismi la rappresentazione di momenti anche chiave dello sviluppo (del film stesso e della caratterizzazione dei personaggi e delle loro dinamiche), cristallizzando anche ogni possibile pathos in una messa in scena piuttosto piatta.
Tra amori interessati, scoperte dolorose, amicizie forzate e misteri prevedibili si attraversano diversi registri, tutti - anche i più potenzialmente interessanti - gestiti con una certa velocità e superficialità. Lasciando, come accennato, l'impressione di aver più o meno consciamente trattenuto dentro di sé molto di quello che si voleva esprimere, magari anche con finalità catartiche… Probabilmente un diverso commento musicale o degli auspicabili ripensamenti relativi a certi scambi in sceneggiatura avrebbero giovato e sollevato il giudizio complessivo. Che purtroppo resta negativo, e che attendiamo di poter rivedere con migliori future prove, sia dal punto di vista della regia degli attori sia di quella generale, che ci allontani dal finale amaro - e rassegnato? - di questo 'dietro il Paese dei Balocchi' (con annesso Lucignolo).