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Gli sdraiati - La recensione del film che racconta genitori e figli

Ha ottime basi e obiettivi il film della Archibugi, ma l'osservazione e lo sviluppo non approfondiscono né rendono merito alla materia.

22.11.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Ha potenzialmente una grande forza di coinvolgimento il nuovo film di Francesca Archibugi, adattamento realizzato insieme al fido Francesco Piccolo dell'omonimo testo di Michele Serra. Ma più di quello, il suo Gli sdraiati cerca di spostare il fuoco sui ragazzi cui la generica definizione si riferisce. Non tanto a livello narrativo, misurabile in quantità di minuti in scena, quanto piuttosto per considerazione. Loro, del loro mondo, dei loro codici e ritualità.



Potrebbe essere una impressione soggettiva, sbagliata, ma non è assurdo ipotizzare un tale niente affatto peregrino tentativo di ampliare il testo originale alla nuova forma. Di affiancare, al diario (più o meno) intimo di un padre spaesato e rammaricato - vera forza del libro di Serra - e al racconto delle sue nuove relazioni o reazioni a quelle esistenti (forse troppo tangenti al corpo principale, e a tratti affrontate in maniera diseguale), un accenno del mondo visto da 'loro', anche se forse descritto in maniera superficiale e poco intelligibile ai profani.

Come il padre interpretato da Claudio Bisio, egli stesso figlio da comprendere tanto quanto in cerca di una strada giusta, e magari di qualcuno che gliela indichi. Come noi spettatori, più facilmente propensi a tradurre una generazione attraverso stereotipi o a riconoscerne solo gli aspetti più nichilisti o naive. Un demerito del film - o dei suoi realizzatori - che fa il paio con la specificità di un contesto troppo particolare (e borghese, ma era inevitabile partendo da una storia singola e singolare) e controbilancia una intenzione tanto encomiabile e interessante.



Un rischio cui risponderà il boxoffice, o il passaparola, potenzialmente polarizzato tra adulti pronti a empatizzare con l'impacciato genitore, e a giustificarne errori e timori, e a giovani in cerca di identificazione presso il manipolo di incredibili liceali scelti da un casting attento e capace. La forza maggiore di un film nel quale è evidente la ricerca, visiva - per varietà di riprese e di montaggio - e musicale (anche se in molti casi dalla costruzione di un'atmosfera e di un background si scivola in sottolineature innecessarie). Che comunque riesce a rendere i diversi registri della commedia, staccandosi anche dal genere, cercando qualcosa in più, soprattutto dopo una prima parte troppo 'facilmente' simpatica sul tema del conflitto generazionale.


Gli sdraiati, in sala dal 23 novembre, è distribuito dalla Lucky Red.