NOTIZIE

Game of Thrones 8, la recensione con e senza spoiler dell'episodio 4

La grande battaglia è finita, ma la guerra per il Trono di Spade è appena cominciata...

Il trono di spade

06.05.2019 - Autore: Marco Triolo
Dopo la grande battaglia della scorsa settimana, che ha visto le forze di Jon e Daenerys sconfiggere l'armata dei morti, è tempo di leccarsi le ferite a Grande Inverno. È tempo, soprattutto, di celebrare un'ultima volta coloro che si sono sacrificati per sconfiggere il Re della Notte, da Ser Jorah a Theon. Il loro funerale apre un episodio de Il Trono di Spade più simile ai primi due, nel senso che si fonda su momenti intimi e dialogo più che sull'azione. Ma in cui succedono molte più cose.
 
Dopo i funerali è il momento dei festeggiamenti, e durante il banchetto allestito nella sala dei ricevimenti di Grande Inverno seguiamo molti siparietti fondamentali tra i personaggi. Ora che tutti hanno rincontrato tutti, David Benioff e D.B. Weiss, che scrivono anche questo episodio (diretto dal veterano David Nutter), possono concentrarsi sul far maturare i loro rapporti per creare qualcosa di nuovo e interessante. Molto bella una scena tra Clegane e Sansa, nella quale viene reiterato un tema piuttosto centrale in questa stagione finale: è inutile fantasticare su ciò che avrebbe potuto essere, sono proprio le sofferenze che uno sopporta a trasformarlo in quello che è, e a portarlo dove deve essere. Vale per Bran, vale per Sansa, vale per chiunque altro a Westeros.

 
 
Mentre la scorsa puntata era un'unica grande battaglia, questa è composta da una serie di piccole battaglie più concettuali che altro (tranne un'eccezione), ma non per questo meno importanti. Scontri verbali e ideologici che portano a conseguenze inevitabili, ribaltando schieramenti in vista del doppio finale che vedremo dalla settimana prossima. Ci ritroviamo così a mettere in discussione dogmi che credevamo scolpiti nel marmo, siamo costretti a rileggere sotto una nuova luce alcuni personaggi. E l'estasi della vittoria contro il male viene spazzata via dalla consapevolezza che nessuna alleanza potrà sopravvivere se, come ci viene detto sin dall'inizio della serie, le parti in gioco non riusciranno a pensare fuori dagli schemi, lasciandosi alle spalle il vecchio modo di fare le cose per inventarne di nuovi.
 
Una puntata che ha due grossi colpi di scena, entrambi a favore di Cersei. La vittoria, per la Madre dei Draghi, non è mai sembrata tanto lontana. Cersei ha ottenuto esattamente quello che voleva: le armate del Nord sono dimezzate dopo la battaglia di Grande Inverno, e ora la regina ha una chance di mandare a casa invasori e pretendenti al trono. Che la guerra per Westeros abbia inizio.
 
E ORA DISCUTIAMO L'EPISODIO IN DETTAGLIO, CON SPOILER!

 
Che doppio colpo al cuore! Non solo Rhaegal è stato abbattuto dalla flotta di Euron Greyjoy, ma Missandei, fedelissima consigliera di Daenerys, non potrà mai realizzare il suo sogno di tornare a Naath con l'amato Verme Grigio: Gregor Clegane l'ha decapitata proprio negli ultimi secondi dell'episodio, davanti a Daenerys e tutta la sua armata.
 
Due colpi di scena destinati a portare alle estreme conseguenze quanto detto nel corso di una puntata che è riuscita in un'impresa davvero notevole: istillare negli spettatori un ragionevole dubbio su Daenerys. La regina che abbiamo seguito per otto stagioni, alle cui vittorie abbiamo gioito e alla quale abbiamo sostanzialmente giurato fedeltà in massa, è stata esaminata da Benioff e Weiss sotto una nuova luce, molto più sinistra. Tyrion e Varys (Daenerys aveva ragione a non fidarsi troppo di lui!) ne hanno discusso privatamente in un paio di occasioni: e se avessero puntato sulla persona sbagliata? A differenza di Jon, che ora tutti quelli che contano sanno essere il vero erede al trono, Dany sembra incapace di superare la mentalità da tiranno del vecchio mondo. Parla di destino esattamente come tutti i despoti del passato, come sottolinea Varys. Ed è sempre più difficile farla ragionare e farle capire che distruggere Approdo del Re la renderebbe uguale a suo padre.

 
 
D'altro canto Jon/Aegon non vuole il trono, e forse questo è il requisito migliore per un re. Daenerys lo supplica di non rivelare a nessuno la sua vera identità, e anche questo getta un'ombra su una regina che sembra più interessata a se stessa che al bene del popolo. Lord Varys, come ha già detto in passato, non è disposto a tollerare questo comportamento. Oltretutto, come ci è stato ricordato nella scorsa puntata, il Signore della Luce ridà la vita sempre con uno scopo preciso, e per Jon quello scopo potrebbe essere proprio quello di regnare. Se Benioff e Weiss sceglieranno di proseguire su questa china, con la parabola discendente di una Daenerys divorata dalla sua stessa ambizione, si tratterebbe di una scelta coraggiosa.
 
Ma di colpi di scena ne abbiamo davanti ancora tanti, come ci ha ampiamente dimostrato questo episodio. Ora c'è un solo drago, Daenerys brucia di rabbia ed è pronta a fare una strage, da cui i suoi più fedeli consiglieri potrebbero ritrarsi (ma non gli Immacolati). Arya e Clegane sono tornati a viaggiare insieme e si dirigono verso Approdo del Re. Arya sembra intenzionata a capitalizzare sulla lezione della scorsa puntata: interi eserciti non possono nulla di fronte a un killer silenzioso e un piano ben congegnato.

 
 
Arya non è però l'unica in viaggio verso Approdo del Re. Anche Jaime è partito, dopo aver consumato la relazione platonica con Brienne (il fan service più spudorato dell'episodio). Jaime ha finalmente compiuto del tutto il suo arco di maturazione: ha ripudiato la sorella per amare un'altra donna, a cui ha addirittura confessato di aver spinto Bran dalla finestra. Ci sono pochi dubbi sulle sue intenzioni: Jaime non sta andando ad Approdo del Re per ricongiungersi con Cersei. Ci sta andando per ucciderla.
 
Non sappiamo ancora come andrà a finire Game of Thrones, ma una cosa la sappiamo: sarà una guerra combattuta su più fronti. E, qualunque sarà l'esito, ci lascerà almeno un po' con l'amaro in bocca.
 
Gli episodi dell'ottava stagione di Game of Thrones verranno trasmessi in contemporanea con gli USA in lingua originale alle 3 di notte di ogni lunedì su Sky Atlantic, mentre la versione doppiata arriverà il lunedì successivo.