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Game of Thrones 8, la recensione con e senza spoiler dell'episodio 3

Le forze dei vivi contro quelle dei morti in una spettacolare battaglia dalle conseguenze imprevedibili

Il trono di spade

29.04.2019 - Autore: Marco Triolo
La terza puntata della stagione finale di Game of Thrones è come fosse un finale di metà stagione, tanto è alta la posta in gioco dell'episodio. Di cui ora sappiamo il titolo, “The Long Night” (HBO sta annunciando ogni titolo dopo la messa in onda). Non poteva chiamarsi in altro modo la puntata che mette finalmente in campo l'una davanti all'altra le forze dei vivi e dei morti. Il Re della Notte avanza verso Winterfell con un solo scopo: uccidere il Corvo con Tre Occhi, alias Bran Stark, e cancellare la memoria di Westeros per poi invadere il resto del continente. Facendo magari fuori uno o due regnanti, già che c'è.

 
 
Da tempo questo episodio era annunciato come la battaglia più spettacolare mai vista in televisione e, da quel punto di vista, non delude. Anche se il fatto che sia ambientata tutta di notte deve essere stato un aiuto non da poco per risparmiare su effetti speciali che, altrimenti, sarebbero stati davvero troppo costosi per una serie TV. A deludere un pochino, invece, è il fatto che tutto risulti fin troppo frettoloso. Ma di questo discuteremo nella sezione spoiler.
 
Non sono mancate, comunque, le sorprese, o meglio LA sorpresa nel finale. Che ripaga almeno in parte la sensazione di aver investito per settimane, mesi, anni in una puntata che, per quanto innegabilmente coinvolgente, è “solo” un episodio di passaggio in attesa del “vero” finale, che arriverà nel corso delle prossime tre settimane. Di più è impossibile dire senza rovinare la visione a chi non ha ancora visto “The Long Night”. Perciò, senza altri indugi, passiamo alla sezione spoiler...
 
LO RIPETIAMO: DA QUI IN POI, SPOILER!

 
Negli ultimi giorni molte sono state le discussioni circa l'esito di “The Long Night”. Opinione comune – condivisa da chi scrive – è che forse sarebbe stato meglio se il Re della Notte avesse vinto questo primo round, mettendosi poi in marcia verso Approdo del Re. Sarebbe stato un modo interessante per scombinare le carte e confermare che il vero focus della serie non fosse tanto “chi siederà sul trono?” ma “riusciranno i nostri eroi a salvare il mondo dei vivi?”.
 
E invece no. Il focus della serie, ce lo hanno detto molto chiaramente David Benioff e D.B. Weiss, creatori della serie e sceneggiatori di questa puntata (diretta da Miguel Sapochnik, già regista della Battaglia dei Bastardi), è proprio “chi siederà sul trono”. Perché il Re della Notte, a meno di sorprese, è stato sconfitto. Se mai la bella sorpresa è l'identità dell'eroe che lo ha ridotto in un cumulo di ghiaccio, scatenando la reazione a catena che ha cancellato l'Armata dei Morti poco prima che travolgesse Grande Inverno.

 
 
Quell'eroe è Arya Stark. Melisandre, giunta a Grande Inverno poco prima della battaglia, appena l'ha vista in cima alle mura, c'è rimasta secca. Ma perché? Forse sapeva di essere nella sua lista? Evidentemente no, la ragione era un'altra, e si è palesata quando, finalmente, Beric Dondarrion ha assolto al suo compito morendo definitivamente. Il suo compito era salvare Arya in modo che lei, agile e silenziosa come nessun altro a Westeros, potesse attaccare a sorpresa il Re della Notte e ucciderlo.
 
Ma era solo questo il suo compito, nel grande schema delle cose? O c'è dell'altro? Forse Arya è “la principessa che fu promessa” e siederà alla fine di tutto sul Trono di Spade? È questa la grande domanda che pone l'episodio. Ed è questo che lo salva, come dicevamo. Perché, per il resto, pare davvero di aver atteso tanto per una conclusione fin troppo veloce. Sono anni che la potenza del Re della Notte viene raccontata, che la sua minaccia si fa sempre più torva e inquietante, la sua avanzata inarrestabile. E in ottanta minuti gli abbiamo già detto addio.

 
 
“The Long Night” stupisce anche perché è morta molta meno gente di quello che si pensava. Tutti davano per scontato che metà del cast principale sarebbe stato spazzato via, e invece sono morti i personaggi che più ci si aspettava: Jorah, per difendere ovviamente la sua regina. Theon, in un ultimo disperato tentativo di proteggere Bran dal Re della Notte. Edd, perché su: quale altra funzione poteva ormai avere, poveraccio? Beric, dopo aver salvato Arya. E infine le uniche due vere sorprese: Lyanna Mormont, sacrificatasi per uccidere un gigante (e ora casa Mormont non ha più un leader, essendo morto anche Jorah); e Melisandre, che si è lasciata morire a fine episodio dopo aver, anche lei, assolto al suo compito.
 
Questo non significa che i sopravvissuti resteranno tali fino alla fine della serie. Butta male per parecchi di loro, visto che, ora, le forze del nord sono decimate (i Dothraki non esistono più, ce lo ha detto la scena più bella dell'episodio), mentre Cersei ha dalla sua un esercito di 20 mila mercenari e una flotta.
 
“The Long Night” ci lascia anche con qualche interessante quesito. Primo, cosa farà Jaime, ora che la battaglia è stata vinta dai vivi? Tornerà a schierarsi con Cersei oppure lotterà contro di lei? Sboccerà finalmente l'amore tra Tyrion e Sansa, ora che hanno condiviso un momento molto tenero di fronte alla morte certa? E cosa farà Jon adesso che sa di chiamarsi Aegon Targaryen? Ma soprattutto come prenderà la cosa Daenerys? Lo scopriremo, come si suol dire, nelle prossime puntate.
 
Gli episodi dell'ottava stagione di Game of Thrones verranno trasmessi in contemporanea con gli USA in lingua originale alle 3 di notte di ogni lunedì su Sky Atlantic, mentre la versione doppiata arriverà il lunedì successivo.