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Forever Young – La nostra recensione

In un mondo senza adulti Fausto Brizzi sorride di chi vuole cancellare la vecchiaia come esperienza di sé

04.03.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Dopo aver esordito nel 2006 con un film sulla gioventù – Notte prima degli esamiFausto Brizzi ritorna al cinema con un lavoro sul giovanilismo perpetuo di questa società. Sarà un segno del tempo, della realtà che si fa paradosso, ma Forever Young rappresenta un tentativo riuscito di fare una commedia fresca che parli anche un po’ di chi siano diventati oggi gli adulti fifty-something. La categoria, per chi non se ne fosse accorto, si ritrova spesso in una sorta di presente forzato che annulla le fasi graduali della vita e sguazza nell’illusione che chi stia fermo, immobile, uguale a se stesso, risulti in qualche modo il primo dei vincenti. Giovani ormai non si nasce; semmai ci si trasforma, lottando continuamente contro quelle abitudini, compagnie e riti che levano smalto a questo status.

Brizzi li mette tutti in mostra questi trucchetti, con l’aiuto di un cast di attori davvero divertenti. Sono proprio Lillo, Luisa Rainieri, Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Stefano Fresi, Teo Teocoli e Claudia Zanelli a colorare la mappa dell’ossessione per l’età come unico grande dato di identificazione collettiva. E allora il film racconta trasversalmente di un miraggio di gioventù forzata che divide la società segnando un grande affanno, un ampio senso di prevaricazione del prossimo, dove ognuno lotta per dare del  ‘vecchio’ al vicino ignorando che il tempo è un giudice piuttosto severo per tutti.



Uomini come donne, genitori come nonni. E sul tema ‘età’ il film si pone giustamente alcune domande. Per esempio se si può volere bene a qualcuno molto più giovane, o al contrario, se si può ignorare un sentimento forte con un coetaneo solo perché la sua età è in qualche modo specchio della propria. E l’immagine restituita è appunto inaccettabile, vecchia, imperfetta perché coltivata esclusivamente sul mito dell'integrità fisica. 

I protagonisti di questo film rispondono in maniera diversa. D’altronde gli interrogativi su cosa tenga insieme un rapporto d'amore oggi sono tutti legittimi. E le risposte ammissibili anche. Per molte coppie sullo schermo e non solo, l'ultima in ordine di tempo è quella formata da Fabrizio Bentivoglio e Maria Pia Calzone in Dobbiamo parlare, stare insieme può infatti voler dire condividere il patrimonio piuttosto che il sentimento. In Forever Young è invece il desiderio di non invecchiare e di puntare dritto all'eternità. Una visione che in effetti manca di positività rispetto alla differenza d'età e che nasconde sempre una stortura dell'essere in due. Però non pensate all'obbiettivo sociologico, al grande ritratto; anzi Forever Young rimane un film leggero. Plana sulle cose ed è distante dai toni cupi del grottesco. 



Sembra quasi che in un mondo, parafrasando Zagrebelsky, ‘senza adulti’, non ci sia questa voglia di corrodere il presente con qualche affondo sferzante. Forever Young è quindi un lavoro divertente, riuscito, di costume, ma la sua satira è tutto sommato bonaria, consolante e si scioglie presto dopo qualche ora passata dalla visione. Non è per forza un male.

Forever Young sarà distribuito a partire dal prossimo 10 marzo da Medusa.