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Exodus: la stampa USA divisa come il Mar Rosso

Il blockbuster biblico di Ridley Scott: profonda riflessione sulla Fede o giocattolone troppo serio?

Exodus - Dei e Re

01.12.2014 - Autore: Marco Triolo
Uno spettacolare blockbuster biblico che sorprende per il suo complesso ritratto del protagonista e la sua ricerca sul senso della Fede, oppure un giocattolone che si prende troppo sul serio? Exodus – Dei e Re, il nuovo film di Ridley Scott, ha sollevato questa domanda tra la stampa americana.

Il film racconta, come I dieci comandamenti di Cecil B. DeMille, la storia della rivalità tra Mosè (Christian Bale) e Rhamses (Joel Edgerton), il primo figlio adottivo del faraone Seti (John Turturro), il secondo legittimo erede al trono; quando si scopre che Mosè è in realtà un ebreo adottato, l'uomo viene esiliato e diventa il paladino degli ebrei schiavizzati dagli egizi. Una storia che tutti conosciamo, al punto che Scott si concede di iniziarla in medias res, anziché raccontare da capo la favola del bambino che naviga nella culla sulle acque del Nilo. Scrive Catherine Shoard di The Guardian: “Exodus si basa su altri miti [oltre la Bibbia]: il più ovvio è l'origin story dei supereroi – un po' Thor, vagamente Star Wars – in cui un uomo deve confrontarsi con le sue torbide origini per salvare il mondo”. “Questo materiale dovrebbe essere toccante, ma è costantemente sabotato da un'estetica enormemente pacchiana. […] Quando alla fine Mosè scende barcollante dalla montagna con le Tavole, a 120 anni suonati, non avvertirete eccitazione per il fondamento della Fede, ma sollievo perché come lui potrete finalmente andarvene”.



Della stessa opinione è Tim Grierson di ScreenDaily: “Fraintendendo massicce quantità di CGI e performance cupissime con la solennità storica, il nuovo film di Ridley Scott vorrebbe raccontare la storia di Mosè con le proporzioni di un blockbuster ma l'anima di un realistico dramma umano. Quello che ci rimane, purtroppo, è un film che si prende troppo sul serio, in cui il regista de Il gladiatore e Robin Hood seppellisce una storia iconica in sfarzoso eccesso”.

Eppure c'è chi è stato seriamente colpito dalla forza del film, in particolare due titani del giornalismo cinematografico americano come The Hollywood Reporter e Variety. Stephen Farber di THR scrive: “Nessun film con un finale così zoppicante può essere completamente soddisfacente, e anche l'inizio vacilla. Ma la lunga sezione centrale è uno spettacolo emozionante”. “Il climax, con l'inseguimento verso il Mar Rosso, è ugualmente spettacolare”. “Non aspettatevi nomination per gli attori. Bale borbotta molte delle sue battute, ma ha una presenza fisica imponente. Edgerton è competente, ma ci manca la gigionesca esuberanza del Rhamses di DeMille, Yul Brynner”.



“Se c'è un punto controverso nel film – scrive Justin Chang di Variety – è che Scott continua la dubbia tradizione di scritturare attori bianchi in un film in inglese ambientato nel punto d'incontro di Africa, Europa e Medio Oriente. […] Eppure, nonostante queste siano scelte problematiche, dettate da obblighi commerciali vecchi come Matusalemme, sono anche riserve che lo spettatore si lascia volentieri alle spalle quando la forza delle interpretazioni e l'irresistibile richiamo della storia prendono il sopravvento”. Il risultato è “una raffica di meraviglie visive che rende impossibile staccare gli occhi dallo schermo”. “Scott, agnostico dichiarato i cui film hanno comunque rivelato una dimensione spirituale irrequieta (particolarmente Prometheus), sembra essere stato ispirato dalla sua distanza dal materiale a identificarsi con un eroe che non smette mai di mettere in discussione se stesso o il Dio che segue. […] Il suo approccio indagatore e non ortodosso alla dottrina probabilmente si avvicina a penetrare il mistero della Fede molto più di uno ossequioso”.

In uscita il 15 gennaio, Exodus – Dei e Re è distribuito in Italia da 20th Century Fox. Qui ne potete vedere il trailer.