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Duplicity - La nostra recensione

Tony Gilroy continua a dimostrare una lucidità ed una lungimiranza cinematografica che vanno senz'altro sottolineate anche in questa nuova pellicola. E il cast, guidato da Julia Roberts e Clive Owen, ci regala interpretazioni grondanti charme.

Duplicity

06.04.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Tony Gilroy non è decisamente un cineasta da sottovalutare: negli ultimi anni ha scritto la trilogia di Jason Bourne, il miglior connubio tra azione spettacolare ed introspezione psicologica realizzato ad Hollywood nel nuovo millennio, ed ha esordito alla regia con quietando critica, pubblico e nomination all’Oscar con il giallo “Michael Clayton” (id., 2007) – secondo noi abbastanza sopravvalutato ma comunque assolutamente degno.

Adesso arriva al cinema con un’altra spy-story, che però questa volta invece delle atmosfere cupe ed ossessive dell’esordio preferisce orientarsi verso le sponde più eleganti della commedia sofisticata: la trama, incentrata sulla guerra tra corporazioni e sul relativo spionaggio industriale, si dipana orchestra come un puzzle, un rompicapo che lo spettatore deve risolvere passo dopo passo, attraverso un susseguirsi di ribaltamenti di prospettiva che non annoiano mai, nonostante la lunghezza forse eccessiva di un’opera la cui tensione si poggia quasi esclusivamente sul dialogo e sull’atmosfera.

Duplicity” appare fin dalle primissime scene come un lungometraggio che vuole esplicitamente rendere omaggio al cinema del passato, o meglio ad una sua idea precisa, quella di irretire il pubblico non con il fracasso e lo stupore visivo del montaggio o degli effetti speciali, ma con componenti di sicuro più importanti come la forza della storia, la finezza dei dialoghi, il fascino degli attori protagonisti. Sotto questo punto di vista, soprattutto per chi come noi ama un certo tipo di cinema passato, l’operazione è totalmente riuscita; lo script è frizzante e propone snodi narrativi ben equilibrati, i dialoghi sono davvero spassosi, ed il cast ci regala interpretazioni grondanti charme, soprattutto Owen e la Roberts. Mattatore però è come al solito Paul Giamatti, che con incredibile trasformismo riesce a diventare uno “squalo” dell’industria inquietante e pericolosissimo. Ed è lui, soprattutto, che con l’altro grande caratterista Tom Wilkinson ci regala una delle scene di titoli di testa più divertenti a memoria di spettatore.

Tornando all’assunto iniziale, Tony Gilroy continua a dimostrare una lucidità ed una lungimiranza cinematografica che vanno senz’altro sottolineate. Se fosse riuscito a dosare con maggiore fluidità il ritmo di questo suo nuovo “Duplicity” potremmo davvero parlare di un piccolo grande gioiello di cinema che coniuga con arguzia ironia caustica e sguardo impietoso sul nostro presente.

Il prodotto rimane comunque molto interessante, ed in alcuni momenti davvero godibile. Gilroy come modello per il suo cinema ha esplicitamente citato come modello Billy Wilder. Beh, siamo ovviamente lontani anni luce, ma già avere come fonte di ispirazione il più grande di tutti è testimonianza di notevole intelligenza, no?

"Duplicity" sarà distribuito nelle sale dalla Universal a partire da venerdì 10 aprile.

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