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Codice criminale: la recensione del gangster movie con Michael Fassbender

Il bizzarro e affascinante film di Adam Smith bizzarro dal 29 giugno nei cinema.

27.06.2017 - Autore: Pierpollo Festa (Nexta)
Uno per loro uno per me. Così potremmo tentare di riassumere la carriera di Michael Fassbender che ha spiccato il volo nel 2011 con Shame (ma in realtà aveva già dimostrato la sua stoffa grazie all'eccellente prova in Hunger nel 2008). Uno per gli Studios, uno per la gloria. Codice criminale - interessante debutto nel cinema del regista Adam Smith - è proprio un film fatto per la gloria, in cui Fassbender interpreta un ruolo apparentemente cucitogli addosso. Quello di un uomo diviso tra il dover continuare la tradizione di famiglia e la necessità di imborghesirsi. Parafrasando il buon Renton di Trainspotting: "la casa, la moglie, i bambini, la lavatrice e la TV del cazzo". Peccato che la tradizione di famiglia gli imponga di fare il criminale.



Ricordate la comunità di zingari di Brad Pitt in Snatch? Codice criminale è ambientato in un mondo simile, tra i nomadi del Gloucestershire. I toni macchiettistici di Pitt sono assenti, Smith punta invece sul peso di parole come "famiglia" ed "eredità". Allo stesso tempo trova anche lo spazio per un tono un po' più spericolato. Prendiamo ad esempio l'ottima sequenza iniziale della caccia alla lepre in cui vediamo una macchina sfrecciare a tutta velocità tra i campi prima di scoprire che è un bambino a guidarla, seduto in grembo a Fassbender. L'attore ama il suo ruolo e il fascino che questo personaggio gli proietta addosso finendo al confine di una recitazione sopra le righe. Meno male che c'è anche Brendan Gleeson a riportarlo coi piedi per terra: i duetti tra gli attori, padre e figlio nel film, sono i momenti migliori di questo gangster movie. Gleeson, nei panni del garante di un'epoca e di uno stile di vita destinati all'estinzione, ruba la scena, tenendo in pugno il personaggio di Fassbender. All'esterno di questo conflitto generazionale si nota anche una cura per i personaggi minori: basti prendere come esempio il matto interpretato da Sean Harris, già cattivo nell'ultimo Mission: Impossible, che meriterebbe un film tutto suo.



Codice criminale è un film affascinante nelle premesse e nei toni che però atterra con un finale troppo affrettato. L'epilogo del film è quasi un autogoal che rischia di farlo affondare nel dimenticatoio. Rimarrà come uno dei film minori di Fassbender - come Frank o Slow West. E dunque uno dei più particolari.

Codice criminale, in sala dal 28 giugno 2017, è distribuito dalla Videa.