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Bridget Jones’s Baby – La nostra recensione

Diverte, commuove, forse fa un po’ meno sognare, ma comunque funziona il terzo capitolo di Bridget Jones’s Baby

Bridget Jones's Baby

 

16.09.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Bridget Jones è tornata; più di dieci anni dopo da quell’ultimo film del 2004, Che pasticcio, Bridget Jones dove Mark Darcy (Colin Firth) finalmente chiedeva all'eroina dei romanzi di sposarlo. Cosa è successo nel frattempo? Il nuovo capitolo della storia innanzitutto non è basato sul terzo libro della saga; ma ha una sceneggiatura creata ad hoc che porta anche la firma dell’attrice Emma Thompson; quest’ultima anche nel cast del film.

Questa informazione non ha però troppa rilevanza, perché nonostante nel film non venga affrontato il tema del lutto, della rimessa in gioco di Bridget dopo la morte di Mark Darcy e la sua storia con un uomo più giovane, cosa che invece avveniva nel libro, trova comunque un forte argomento intorno al quale ruotare. E che ha sempre rilevanza con il mondo romantico-emozionale della cara e vecchia Bridget. Ritroviamo la single, goffa, dolce e simpatica Jones alla quale Renée Zellwegger ancora una volta dà profonda credibilità, che deve misurarsi con il tema della maternità. E con l’incapacità di decidere chi, tra due amanti, il caro Darcy e la new entry Jack Qwant (Patrick Dempsey), possa essere il padre del figlio che porta in grembo.



Non importa molto che nel film la ricerca dell’amore con la A maiuscola, debba per forza passare per la valutazione di una paternità. Il personaggio di Bridget Jones funziona ‘storicamente’ perché affianca al peso di uno stereotipo, di solito proprio la ricerca dell’amore, di un partner, di un ruolo socialmente accettabile, la risposta imperfetta di una donna normale che al contrario fa fatica a misurarsi con un obbiettivo tanto ‘alto’. E che piuttosto mostra al pubblico la forza irriverente della normalità. E anche in questo terzo capitolo le formule della commedia romantica sono state rispettate; anzi aggiornate con gli anni che passano e che trasformano la storia di Bridget e del suo pubblico senza abbandonare l’umorismo e l’ironia graffiante tipici della sua protagonista.

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E l’atmosfera di calore che il primo ‘diario’ raccontava, rimane intatta seppur aggiornata al nostro tempo. Bridget Jones’s Baby è una commedia quindi riuscita; che si bilancia tra ieri e oggi, tra tradizione e innovazione, sacrifica un po’ di romanticismo, meno credibile è la ‘favola’ tra Darcy e Jones, e che guadagna di un personaggio irresistibile, quello della dottoressa interpretato da Emma Thompson.