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Bolgia totale - La nostra recensione

Una Roma senza tempo quella di Matteo Scifoni, esordiente con il vizio del 'poliziottesco'

07.09.2015 - Autore: Mattia Pasquini (nexta)
Vari corti in dieci anni, prima di arrivare a esordire in sala con un lungometraggio: questo il percorso 'visibile' di Matteo Scifoni. Un background comune a molti, ma che non tutti riescono a sfruttare per emergere. Un background che emerge esso stesso nelle immagini di un noir all'italiana che guarda volutamente - e dichiaratamente - alla stagione del cosiddetto 'poliziottesco' anni '70. Ma senza ignorare gli anni trascorsi e l'evoluzione di un genere che se non rinnovato, non esce troppo strapazzato dalla visione di questo Bolgia totale.


Un titolo enfatico, a ben vedere per raccontare una storia di malavita e personaggi borderline, mai del tutto positivi e non del tutto cattivi, come nella migliori delle tradizioni. Una storia che attinge dal sottobosco romano - culturale e cronachistico - molto, forse troppo. Nelle ambientazioni, forse troppo trendy nel loro voler essere 'sporche con carattere', e nel linguaggio, a tratti forzato e quasi caricaturale. Come anche in certi riferimenti, divisi tra una stereotipata denuncia e le citazioni filmiche cui un esordiente difficilmente riesce a rinunciare…

Ma in fondo, è evidente - e encomiabile - la voglia di non strafare. Come anche l'attenzione a evitare certe caratterizzazioni, o almeno l'intenzione di riuscirci. Tentativo che avrebbe forse avuto miglior fortuna con una maggior esperienza nella gestione degli attori, o nella capacità degli stessi di leggere il proprio ruolo. Maggiore, per esempio, nel Cruciani di Giorgio Colangeli che nell'Ispettore capo di Gianmarco Tognazzi. In questo senso è una piacevole boccata d'aria fresca il rapporto che si crea tra il primo e lo spacciatore Michele di Domenico Diele (già apprezzato in La foresta di ghiaccio).


L'Italia resta sullo sfondo, con le sue piccolezze e miserie. E qualche didascalismo di troppo non sovrasta i 'gradevoli' picchi di violenza o una divertente e inattesa parentesi pulp nel finale, anche se l'accenno alle 'Iene' ha respiro breve e anche il tema dei 'poveri diavoli' poteva forse restare più ellittico… Una buona prima regia, insomma, nonostante qualche rigidità e staticità narrativa. Che sembra confermare le buone recensioni avute da Scifoni come autore letterario, per l'adolescenziale 'Strani giorni' del 2005, e - chissà - aprirgli la strada per un possibile prosieguo.


Bolgia totale, in sala dal 3 settembre, è distribuito da Asap Cinema Network