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Alla conquista del Congresso, ecco il nuovo documentario da non perdere su Netflix

Alexandria Ocasio-Cortez, Cori Bush, Amy Vilela, Puala Swearengin, l'onda rosa della politica americana. Il film che ha trionfato al Sundance

Alexandria Ocasio-Cortes

03.05.2019 - Autore: Gian Luca Pisacane
Prepararsi, apparire. Il cinema che ragiona su se stesso, sulla finzione che mette in mostra, sulla verità che cerca di catturare. Alexandria Ocasio-Cortez, la giovane star dei democratici (forse un giorno correrà per la Casa Bianca?), si trucca, sceglie come “presentarsi al mondo”. Il protocollo da seguire per gli uomini: “Se ti vuoi candidare, devi metterti un vestito scuro o una camicia chiara, e poi tirarti su le maniche”. Immagini da mandare in mondovisione, con cui accaparrarsi milioni di elettori. Decisioni da prendere, dal modo di vestirsi al programma da presentare. Convincere la gente a farsi rappresentare, attraverso un sorriso, la mimica rassicurante, solide promesse.



Alla conquista del Congresso è un documento che va alla base della politica. Dove sorgono gli ideali, nasce la militanza, la voglia di riscatto. Storia di quattro donne che hanno sfidato le istituzioni. Ocasio-Cortez fa i doppi turni in un ristorante per non farsi portare via la casa. Amy Vilela ha dovuto piegarsi davanti a un sistema sanitario basato sulla ricchezza (ricordate Sicko di Michael Moore?), Cori Bush ha visto la violenza della polizia bianca sulle persone di colore, Paula Jean Swearengin conosce gli effetti nocivi delle sostanze usate dalle industrie (l’acqua di Fahrenheit 11/9).

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Viaggio nell’America profonda, fra i white trash che hanno eletto Trump, dove i poveri soffrono a testa alta. Case sempre uguali, panorami accomunabili, come quelli raccontati da Jim Jarmusch. Dal dolore parte il cambiamento. Chi è senza esperienza prova lo stesso a candidarsi, per rivoluzionare il sistema. E qualcuno vince anche, dando vita a favole moderne.

La regista Rachel Lears costruisce per abbattere, già dal titolo originale Knock Down The House. Mette in scena un’arte lontana dal protagonismo di Michael Moore. Lears non compare mai, non si sente la sua voce. Segue le sue quattro eroine ovunque, mette in risalto la loro umanità, le sostiene con la macchina da presa. Rifiuta l’impianto “spettacolare” dei lavori di Errol Morris, riprende gli eventi nella loro essenza. Li monta come se fossimo in un film sportivo: dalla polvere alle stelle, dalla sconfitta all’impresa. È l’intrattenimento che si fonde con il quotidiano, non sempre benevolo con i suoi protagonisti.



Serve la sofferenza per forgiare la determinazione, raggiungere l'obiettivo. Ottimismo, sicurezza, che nascondono la paura di non farcela, il dubbio che il sogno a stelle e strisce sia un’utopia. Lears ha l’obiettivo di infondere speranza, di dimostrare che Davide può sconfiggere Golia. Ocasio-Cortez e compagne salgono sul ring, non desistono davanti ad avversari ben più forti di loro. La chiave è la passione, la forza del sentimento.

Alla conquista del Congresso ritrae l’altra faccia degli Stati Uniti, il Paese che cerca di scuotersi dai raggiri di American Dharma, quello che va oltre gli scenari apocalittici di The Brink – Sull’orlo dell’abisso. Per arrivare a Washington, ribaltare i pronostici, e magari conquistare lo Studio Ovale. Travolgente. Premio del pubblico all’ultima edizione del Sundance Film Festival.

Il film è adesso disponibile su Netflix.

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