
È stata la Disney a decidere tutto e in questo caso ha scelto il non plus ultra, ingaggiando Burton dietro la macchina da presa e allo stesso tempo assicurandosi di tenerlo a bada. Tutto funziona a dovere in "Alice in Wonderland": la struttura, il ritmo, il cast, la fantasia e i momenti di humour. Il risultato è un ottimo film per il grande pubblico. I bambini si divertiranno e gli adulti torneranno bambini: per quasi due ore assistiamo ad una festa magica. Eppure manca qualcosa. Manca Tim Burton. Non c’è traccia del suo amato dark, tranne in pochissimi momenti. Come sempre, però, uno dei marchi di fabbrica del regista rimane e cioè le splendide musiche del fidato Danny Elfman che si assicura di orchestrare un grande spettacolo.

Il film, un concentrato ispirato a entrambi i libri di Carroll su Alice, si apre nella Londra dell’Ottocento dove la nostra eroina (teniamo d’occhio l’ottima Mia Wasikowska) fugge dalla “mostruosità” della borghesia che la vuole fare prigioniera attraverso una proposta di matrimonio. La ragazza deciderà invece di inseguire il Bianconiglio, finendo per cadere nella tana che la condurrà a Wonderland. A quel punto Burton alza il sipario sugli elementi fantastici e il film diventa un mix di performance capture e live action, filtrato attraverso le lenti degli occhiali tridimensionali che in realtà servono a poco: a quanto pare la pellicola è stata convertita in 3D solo in post-produzione, l’effetto comunque rimane molto leggero, a tratti assente.

E poi naturalmente c’è lui, con i suoi occhioni verdi, i capelli rossi e la pelle bianchissima: Johnny Depp in versione Cappellaio matto. Un personaggio che di tanto in tanto ricorda quel "Beetlejuice" con cui Burton colpì gli Studios nel lontano 1988. Entrato in scena dopo circa mezz’ora, Depp rimane presente per quasi tutto il film e si diverte come non mai, regalandoci un nuovo personaggio fuori di testa. Ma dove Burton ce la mette tutta è nella messa in scena del mondo della Regina di cuori (Helena Bonham Carter mai stata così irresistibile!). Un personaggio afflitto dal complesso di avere la testa grande quanto un pallone e che costringe i suoi cortigiani a conciarsi come dei mostri. Al suo fianco il sempre impeccabile Crispin Glover (era il papà di Michael J. Fox in “Ritorno al futuro”) nei panni del Fante di cuori. E infine Anne Hathaway è una Regina Bianca bella, ironica e a tratti un po' dark. Nella versione originale sentirete anche le voci di Michael Sheen (Bianconiglio), Alan Rickman (Brucaliffo) e del grande Stephen Fry (Stregatto).

Nell’era in cui "Avatar" è riuscito a convincere gli spettatori che ciò che non è reale può diventarlo davanti ai loro occhi, “Alice in Wonderland” soffre, invece, di effetti speciali non sempre impeccabili e facilmente scrutabili nei movimenti di alcuni personaggi (prendete ad esempio tutte le cavalcate del Fante di cuori). Burton, però, ce la mette tutta: fa parlare gli animali, orchestra epiche battaglie e alla fine lascia pure sessanta secondi a Johnny Depp per scatenarsi a ritmo di ballo!

C’è proprio tutto in “Alice in Wonderland”, eppure siamo davanti ad un cult mancato. E viene da pensare che Burton sia sceso a compromessi come si fa a Hollywood – fai un film per loro e poi uno per te. Il regista, infatti, è già al lavoro su una nuova versione 3D di “Frankeenweenie”, e siamo certi che lì si scatenerà davvero!
“Alice in Wonderland” sarà distribuito dalla Walt Disney Pictures a partire dal 3 marzo.
Per saperne di più
Parlano gli attori - L'anteprima del film
Il trailer e la fotogallery
Johnny Depp & Co. sul Red Carpet londinese