

Alice in Wonderland

Alice ha diciassette anni e scappa da un party altezzoso e segue il Bianconiglio giù per il buco, che la riporta nuovamente al Paese delle Meraviglie. Il Bianconiglio è convinto di avere la ragazza giusta, quella che ha visitato il magico mondo dieci anni prima. Ma Alice non ricorda la visita precedente nel Paese delle Meraviglie.. Ora le creature sono pronte per una rivolta e sperano e aspettano che Alice li aiuti. Ma lei vorrà farlo? Lo potrà fare?

di Pierpaolo Festa
Ci rivolgiamo a voi, "Burtoniani" incalliti che stavate aspettando
l'uscita di questo film, sin dal momento in cui il geniale regista
aveva battuto il primo ciak sul set. Che cosa avrebbe potuto fare il talento della sua mente geniale con questo specifico materiale?
Be', proprio voi che contavate i minuti all'uscita della pellicola,
sappiate che potreste ritrovarvi in sala a spettacolo concluso con una
leggera sensazione di disappunto. Un retrogusto amaro che si
concentrerà in una domanda: "E Tim Burton dov'era esattamente nel film?". Perché diciamo la verità, "Alice in Wonderland" è più un'opera su commissione che una nuova pietra miliare nella filmografia del regista. È il lungometraggio attraverso il quale Burton e la Disney fanno definitivamente la pace,
seppellendo l'ascia di guerra e con essa vecchi rancori risalenti a più
di vent'anni fa, quando gli executives non riuscivano a capire fino in
fondo il talento di quell'uomo coi capelli da scienziato pazzo.
È stata la Disney a decidere tutto e in questo caso ha scelto il non
plus ultra, ingaggiando Burton dietro la macchina da presa e allo
stesso tempo assicurandosi di tenerlo a bada. Tutto funziona a dovere in "Alice in Wonderland":
la struttura, il ritmo, il cast, la fantasia e i momenti di humour. Il
risultato è un ottimo film per il grande pubblico. I bambini si
divertiranno e gli adulti torneranno bambini: per quasi due ore
assistiamo ad una festa magica. Eppure manca qualcosa. Manca Tim Burton.
Non c'è traccia del suo amato dark, tranne in pochissimi momenti. Come
sempre, però, uno dei marchi di fabbrica del regista rimane e cioè le
splendide musiche del fidato Danny Elfman che si assicura di orchestrare un grande spettacolo.
Il film, un concentrato ispirato a entrambi i libri di Carroll su
Alice, si apre nella Londra dell'Ottocento dove la nostra eroina
(teniamo d'occhio l'ottima Mia Wasikowska)
fugge dalla "mostruosità" della borghesia che la vuole fare prigioniera
attraverso una proposta di matrimonio. La ragazza deciderà invece di
inseguire il Bianconiglio, finendo per cadere nella tana che la
condurrà a Wonderland. A quel punto Burton alza il sipario sugli
elementi fantastici e il film diventa un mix di performance capture e live action, filtrato attraverso le lenti degli occhiali tridimensionali che in realtà servono a poco:
a quanto pare la pellicola è stata convertita in 3D solo in
post-produzione, l'effetto comunque rimane molto leggero, a tratti
assente.
E poi naturalmente c'è lui, con i suoi occhioni verdi, i capelli rossi e la pelle bianchissima: Johnny Depp in versione Cappellaio matto. Un personaggio che di tanto in tanto ricorda quel "Beetlejuice"
con cui Burton colpì gli Studios nel lontano 1988. Entrato in scena
dopo circa mezz'ora, Depp rimane presente per quasi tutto il film e si
diverte come non mai, regalandoci un nuovo personaggio fuori di testa.
Ma dove Burton ce la mette tutta è nella messa in scena del mondo
della Regina di cuori (Helena Bonham Carter mai stata così irresistibile!).
Un personaggio afflitto dal complesso di avere la testa grande quanto
un pallone e che costringe i suoi cortigiani a conciarsi come dei
mostri. Al suo fianco il sempre impeccabile Crispin Glover (era il papà di Michael J. Fox in "Ritorno al futuro") nei panni del Fante di cuori. E infine Anne Hathaway è una Regina Bianca bella, ironica e a tratti un po' dark. Nella versione originale sentirete anche le voci di Michael Sheen (Bianconiglio), Alan Rickman (Brucaliffo) e del grande Stephen Fry (Stregatto).
Nell'era in cui "Avatar" è riuscito a convincere gli spettatori che ciò che non è reale può diventarlo davanti ai loro occhi, "Alice in Wonderland"
soffre, invece, di effetti speciali non sempre impeccabili e facilmente
scrutabili nei movimenti di alcuni personaggi (prendete ad esempio
tutte le cavalcate del Fante di cuori). Burton, però, ce la mette
tutta: fa parlare gli animali, orchestra epiche battaglie e alla fine lascia pure sessanta secondi a Johnny Depp per scatenarsi a ritmo di ballo!
C'è proprio tutto in "Alice in Wonderland",
eppure siamo davanti ad un cult mancato. E viene da pensare che Burton
sia sceso a compromessi come si fa a Hollywood - fai un film per loro e
poi uno per te. Il regista, infatti, è già al lavoro su una nuova
versione 3D di "Frankeenweenie", e siamo certi che lì si scatenerà davvero!
"Alice in Wonderland" sarà distribuito dalla Walt Disney Pictures a partire dal 3 marzo.
Per saperne di più
Parlano gli attori - L'anteprima del film
Il trailer e la fotogallery
Johnny Depp & Co. sul Red Carpet londinese