In un momento storico nel quale sembra aumentata la sensibilità generale nei confronti dell'Universo femminile, arriva con eccellente tempismo il 50 primavere opera seconda della francese Blandine Lenoir (fino a oggi regista di corti e del Zouzou del 2014). Storia che poggia moltissimo sulla presenza scenica, sulla capacità comunicativa e sul carisma di Agnès Jaoui, già regista - a sua volta - di Così fan tutti o Il gusto degli altri e ormai volto noto anche al pubblico nazionale.

La sua Aurore (come da titolo originale) è una donna separata, madre di due figli, in un momento di grandi cambiamenti; anche lavorativi, ma soprattutto personali, con l'arrivo della tanto temuta menopausa, annessi e connessi inclusi. Ma ogni crisi, ci insegnano, può essere sfruttata e resa occasione per crescere e migliorare. E in film tanto 'femminile' è un piacere veder tante interpreti mostrarci il volto migliore della cosiddetta 'altra metà del cielo', con tanto poco dispendio di luoghi comuni e stereotipi.
[Clip esclusiva dal film: le nuove sfide di Aurore, splendida cinquantenne]
Certo, si gioca - ma le citazioni sono inevitabili - sulle classiche 'vampate' o sugli sbalzi d'umore, ma insieme a loro scopriamo anche le splendide cinque compagne della comune solidale e un rovesciamento delle tante insicurezze e debolezze messe in scena. Le richieste di aiuto di una figlia prossima alla maternità e la rabbia della più giovane rischiano di esser ridotte a un semplicistico ritorno all'ovile, come anche la conclusione che sembra ridurre il ruolo della donna alla più classica dicotomia 'compagna'/'madre' (o nonna), ma come spesso accade nella vita sono i percorsi a esser più importanti delle destinazioni cui conducono.

Analogamente il lungo viaggio della nostra Aurore tra ricordi romantici (quello della Ain't Got No di Nina Simone con le figlie bambine è tra i momenti più belli del film) e nuove prospettive fa sì che - con l'esempio o per reazione - si riconosca mamma presente e utile, amica, lavoratrice e realizzata. Anche attraverso momenti divertenti come il trauma della 'torta al cioccolato' o gli scherzi perfidi a coppie di sconosciuti. E se il "voi bianchi scoprite la discriminazione invecchiando" o l'intervento video dell'antropologa ed etnologa femminista Françoise Héritier ci offrono interessanti spunti di riflessione, è (forse troppo?) rassicurante vedere la confusa protagonista superare le proprie paure e specchiarsi in un'immagine di sé nuova, desiderabile e rafforzata da una ritrovata consapevolezza, e dalla libertà 'persino' di accettare certi ruoli.
50 primavere, in sala dal 21 dicembre, è distribuito da BIM.

La sua Aurore (come da titolo originale) è una donna separata, madre di due figli, in un momento di grandi cambiamenti; anche lavorativi, ma soprattutto personali, con l'arrivo della tanto temuta menopausa, annessi e connessi inclusi. Ma ogni crisi, ci insegnano, può essere sfruttata e resa occasione per crescere e migliorare. E in film tanto 'femminile' è un piacere veder tante interpreti mostrarci il volto migliore della cosiddetta 'altra metà del cielo', con tanto poco dispendio di luoghi comuni e stereotipi.
[Clip esclusiva dal film: le nuove sfide di Aurore, splendida cinquantenne]
Certo, si gioca - ma le citazioni sono inevitabili - sulle classiche 'vampate' o sugli sbalzi d'umore, ma insieme a loro scopriamo anche le splendide cinque compagne della comune solidale e un rovesciamento delle tante insicurezze e debolezze messe in scena. Le richieste di aiuto di una figlia prossima alla maternità e la rabbia della più giovane rischiano di esser ridotte a un semplicistico ritorno all'ovile, come anche la conclusione che sembra ridurre il ruolo della donna alla più classica dicotomia 'compagna'/'madre' (o nonna), ma come spesso accade nella vita sono i percorsi a esser più importanti delle destinazioni cui conducono.

Analogamente il lungo viaggio della nostra Aurore tra ricordi romantici (quello della Ain't Got No di Nina Simone con le figlie bambine è tra i momenti più belli del film) e nuove prospettive fa sì che - con l'esempio o per reazione - si riconosca mamma presente e utile, amica, lavoratrice e realizzata. Anche attraverso momenti divertenti come il trauma della 'torta al cioccolato' o gli scherzi perfidi a coppie di sconosciuti. E se il "voi bianchi scoprite la discriminazione invecchiando" o l'intervento video dell'antropologa ed etnologa femminista Françoise Héritier ci offrono interessanti spunti di riflessione, è (forse troppo?) rassicurante vedere la confusa protagonista superare le proprie paure e specchiarsi in un'immagine di sé nuova, desiderabile e rafforzata da una ritrovata consapevolezza, e dalla libertà 'persino' di accettare certi ruoli.
50 primavere, in sala dal 21 dicembre, è distribuito da BIM.