50 Primavere

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Aurore è separata, ha appena perso il lavoro e scopre che presto diventerà nonna. La società la spinge a farsi gentilmente da parte, ma quando, per un caso, ritrova il suo amore giovanile, Aurore decide di opporre resistenza, rifiutando la rottamazione alla quale sembra destinata. E se fosse il momento di cominciare una nuova vita?

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Aurore
GENERE
NAZIONE
Francia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Bim
DURATA
89 min.
USCITA CINEMA
21/12/2017
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2017
di Mattia Pasquini
 
In un momento storico nel quale sembra aumentata la sensibilità generale nei confronti dell'Universo femminile, arriva con eccellente tempismo il 50 primavere opera seconda della francese Blandine Lenoir (fino a oggi regista di corti e del Zouzou del 2014). Storia che poggia moltissimo sulla presenza scenica, sulla capacità comunicativa e sul carisma di Agnès Jaoui, già regista - a sua volta - di Così fan tutti o Il gusto degli altri e ormai volto noto anche al pubblico nazionale.
 
La sua Aurore (come da titolo originale) è una donna separata, madre di due figli, in un momento di grandi cambiamenti; anche lavorativi, ma soprattutto personali, con l'arrivo della tanto temuta menopausa, annessi e connessi inclusi. Ma ogni crisi, ci insegnano, può essere sfruttata e resa occasione per crescere e migliorare. E in film tanto 'femminile' è un piacere veder tante interpreti mostrarci il volto migliore della cosiddetta 'altra metà del cielo', con tanto poco dispendio di luoghi comuni e stereotipi.
 
Certo, si gioca - ma le citazioni sono inevitabili - sulle classiche 'vampate' o sugli sbalzi d'umore, ma insieme a loro scopriamo anche le splendide cinque compagne della comune solidale e un rovesciamento delle tante insicurezze e debolezze messe in scena. Le richieste di aiuto di una figlia prossima alla maternità e la rabbia della più giovane rischiano di esser ridotte a un semplicistico ritorno all'ovile, come anche la conclusione che sembra ridurre il ruolo della donna alla più classica dicotomia 'compagna'/'madre' (o nonna), ma come spesso accade nella vita sono i percorsi a esser più importanti delle destinazioni cui conducono.
 
Analogamente il lungo viaggio della nostra Aurore tra ricordi romantici (quello della Ain't Got No di Nina Simone con le figlie bambine è tra i momenti più belli del film) e nuove prospettive fa sì che - con l'esempio o per reazione - si riconosca mamma presente e utile, amica, lavoratrice e realizzata. Anche attraverso momenti divertenti come il trauma della 'torta al cioccolato' o gli scherzi perfidi a coppie di sconosciuti. E se il "voi bianchi scoprite la discriminazione invecchiando" o l'intervento video dell'antropologa ed etnologa femminista Françoise Héritier ci offrono interessanti spunti di riflessione, è (forse troppo?) rassicurante vedere la confusa protagonista superare le proprie paure e specchiarsi in un'immagine di sé nuova, desiderabile e rafforzata da una ritrovata consapevolezza, e dalla libertà 'persino' di accettare certi ruoli.