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True Detective: la seconda stagione divide la critica

Una serie vittima della sua stessa formula o capace di rinnovarsi staccandosi dalla prima stagione?

True Detective - Colin Farrell

12.06.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
La seconda stagione di True Detective debutterà su HBO il 21 giugno, ma alcuni critici americani sono venuti in possesso di copie in anteprima dei primi tre episodi e la reazione è molto divisa.

Tim Goodman di The Hollywood Reporter non ha apprezzato quanto ha visto. “True Detective – scrive nella sua recensione – tenta con tutte le sue forze [di eguagliare l'originale], fino a far male”. La storia, stavolta, è incentrata su tre diversi tutori dell'ordine, il poliziotto Ray Velcoro (Colin Farrell), l'agente dell'ufficio dello sceriffo Ani Bezzerides (Rachel McAdams) e l'agente della stradale Paul Woodrugh (Taylor Kitsch), intenti a risolvere una cospirazione sullo sfondo di Los Angeles. Loro improbabile alleato sarà il malavitoso Frank Semyon (Vince Vaughn), che “possiede” il corrotto Velcoro. “Un gioco complicato di fiducia e alleanze – scrive Goodman – ma l'intero primo episodio è speso in maniera enfatica per far capire agli spettatori quanto tutti i personaggi siano tormentati, in qualche modo”. Goodman parla anche di “eleganza stilizzata gestita con la mano pesante”. “Il regista Justin Lin (della saga Fast & Furious) sembra alla ricerca dell'impatto di un film hollywoodiano piuttosto che dell'approccio sfumato intorno a cui è costruita gran parte della televisione migliore”. Una manciata di episodi “sfortunatamente privi di humor”, in cui lo sceneggiatore Nic Pizzolatto “fa sputare a ogni personaggio frasi troncate ed ellittiche. Cominciano ad accumularsi così rapidamente che presto capisci che i personaggi non scorrono, non c'è realismo”.

GUARDATE IL TRAILER DI TRUE DETECTIVE 2.

Completamente opposta l'opinione di David Hinckley del New York Daily News: “Segnate un secondo centro perfetto per True Detective”. “Il passaggio da Woody Harrelson e Matthew McConaughey a Colin Farrell e Vince Vaughn ha lasciato un dettaglio intatto: è ancora quel tipo di serie che fa usare agli spettatori frasi come 'l'epoca d'oro della TV'”. True Detective 2 “è complesso e oscuro. Se fosse un quiz, dovreste prendere appunti. Ma supera di netto il test più importante per ogni serie TV: alla fine dei primi tre episodi, non starete nella pelle per il quarto”. Non tutto è perfetto, comunque. Anche Hinckley nota la mancanza di humor e “un tentativo di espandere il cast” per non ripetere la formula dei due sbirri protagonisti, che porta a “dozzine di personaggi. A volte sono un po' troppi”. “Alcuni momenti sembrano inoltre trucchi da quattro soldi usati più per stimolare l'adrenalina degli spettatori che per far avanzare la storia”. Ma tutto sommato True Detective 2 è “allo stesso livello” della prima stagione.

Ora non resta che aspettare per capire chi dei due abbia ragione.