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The Walking Dead: cinque finali di stagione a confronto

In attesa della conclusione della sesta stagione, rivediamo i finali precedenti di TWD per scoprire quali ci hanno emozionato e quali deluso

The Walking Dead

29.03.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
La televisione moderna ha posto particolare enfasi sui finali di stagione, il momento clou in cui tutti i nodi vengono al pettine e un anno di trame e sottotrame raggiunge l'apice, aprendo la strada alla stagione successiva. The Walking Dead non è da meno, anzi: in un mondo popolato di famelici zombie e insidie di ogni genere, di solito ci aspettiamo grandi sconvolgimenti dai season finale, morti illustri e cambi di direzione improvvisi. In attesa del finale della sesta stagione, che andrà in onda in USA domenica 3 aprile e durerà ben 90 minuti, ecco dunque un confronto tra i cinque finali precedenti, per scoprire quali ci hanno emozionato e quali deluso.



Stagione 1 – Resa dei conti al CDC

Il finale della prima, breve stagione di TWD (appena sei episodi) segnò un netto distacco dal fumetto originale di Robert Kirkman – e d'altro canto dietro c'era ancora la mente di Frank Darabont. Il gruppo di Rick raggiunge il CDC, Centro per il Controllo delle Malattie, e incontra uno scienziato, il dottor Jenner (Noah Emmerich), rimasto isolato al suo interno per trovare una cura all'epidemia che sta resuscitando i morti. Le cose ovviamente si complicano quando viene a mancare la corrente e inizia una procedura automatica di autodistruzione del palazzo, da cui Rick e i suoi sfuggono per il rotto della cuffia. Prima dell'esplosione, Jenner sussurra qualcosa nell'orecchio di Rick, qualcosa che lascia il protagonista di stucco. È un finale abbastanza ben riuscito, perché lascia intuire come il fulcro della serie non sarà la ricerca delle cause dell'epidemia, ma il venire a patti con l'apocalisse senza rivangare il passato, affrontando il presente per quello che è.



Stagione 2 – Ricktatorship

Nel finale della seconda stagione, passata quasi tutta nella fattoria di Hershel – primo barlume di speranza per il gruppo di Rick – assistiamo allo scontro finale tra lo “sceriffo” e il suo migliore amico Shane (Jon Bernthal), roso dalla gelosia perché innamorato di Lori, moglie di Rick. Shane, totalmente impazzito, tenta di uccidere Rick dopo averlo attirato nel bosco con una scusa. Rick però ha la meglio, lo accoltella e lo lascia per morto. Ma a quel punto scopriamo la verità che Jenner ha svelato a Rick nella prima stagione: chiunque, in qualunque modo sia morto, torna in vita per colpa del virus. Per fortuna che Carl è pronto a far fuori zombie-Shane e salvare la pelle a papà. Ma i colpi di scena non finiscono qui: la fattoria viene invasa da un “gregge” di morti viventi, i nostri sono costretti a fuggire e, dopo aver scoperto il destino di Shane, mettono in dubbio l'autorità di Rick. Qui incontriamo per la prima volta il suo lato oscuro, quando Rick sbraita, in preda alla furia: “Questa non è più una democrazia!”. La seconda stagione è ancora oggi una delle migliori della serie e questo finale, in cui intravvediamo anche la prigione nella quale il gruppo di rifugerà nella terza stagione, è un bel pugno nello stomaco.



Stagione 3 – L'assedio del Governatore

Nel finale della terza stagione, il temibile Governatore (David Morrissey), leader di Woodbury, guida i suoi in un assedio della prigione, per strapparla al gruppo di Rick. Ma quest'ultimo ha progettato le cose per bene e attira il suo avversario in una trappola, per poi contrattaccare. Dopo una dura lotta, che vede anche Andrea suicidarsi dopo essere stata morsa da uno zombie per volere del Governatore, Rick e i suoi accolgono i superstiti di Woodbury nella loro comunità, mentre il Governatore riesce a fuggire. Un finale tutto sommato solido eppure in parte deludente, perché a quel punto la serie si era già sbilanciata verso il finale di metà stagione, che aveva quasi assunto più importanza del finale vero e proprio. E infatti la storyline della prigione (e del Governatore) si sarebbe conclusa a metà della quarta stagione, togliendo molto impatto al finale della terza, fatta salva la morte di Andrea.



Stagione 4 – Benvenuti a Terminus

Il suddetto problema, ovvero lo sbilanciamento verso i finali di metà stagione, avrebbe inciso anche sul finale della quarta stagione. L'arrivo del gruppo di Rick a Terminus, un falso porto franco i cui abitanti sono in realtà dei cannibali, giunge dopo una metà stagione fiacca, in cui i nostri eroi, separati dopo l'assalto finale del Governatore alla prigione, non hanno fatto altro che vagare per i boschi. A Terminus, Rick presto si accorge che gli abitanti indossano vestiti rubati ai suoi e scatena così una breve resistenza, che si conclude con la cattura del gruppo. Chiusi dentro un vagone merci, i nostri sembrano aver perso ogni speranza di sopravvivere. Ma, ancora una volta, il lato oscuro di Rick, che trae linfa vitale dal suo istinto di sopravvivenza, emerge e dichiara: “Hanno fatto incazzare le persone sbagliate”. Questa frase salva un altro finale troppo “di transizione” per lasciare realmente il segno. Andrew Lincoln è capace di raggelare il sangue con un solo sguardo, e anche in questo caso basta, da solo, a tenere in piedi la baracca.



Stagione 5 – Rick contro Alexandria

La quinta stagione ha segnato un grande recupero per TWD: il trend si è invertito con una seconda metà della stagione ben più interessante della prima. Da quando il gruppo è giunto ad Alexandria, TWD ha ritrovato uno scopo e una direzione. Il finale, anche in questo caso, non è stato la cosa più memorabile della stagione (il quattordicesimo episodio, con la morte di Noah, è ben più riuscito), ma di nuovo Andrew Lincoln si mette in mezzo e tiene tutto sulle sue larghe spalle. La scena in cui, accecato dalla rabbia, giustizia senza pietà Pete, marito violento della sua amata Jessie, incitato per giunta dalla fino a quel momento pacifica leader Deanna, è il momento più vile della sua esistenza nella serie. Eppure in qualche modo Lincoln riesce a non farci odiare Rick, e l'apparizione del redivivo Morgan nell'istante finale dell'episodio, e il confronto tra i loro sguardi e le opposte filosofie di vita, apre uno spiraglio di ottimismo inaspettato.

La sesta stagione, finora, ha raccolto queste premesse e le ha elaborate con grande intelligenza, aprendosi finalmente a un mondo ben più vasto e strutturato che promette grandi cose per il futuro di TWD. Il finale della sesta arriverà domenica prossima e si preannuncia come il più riuscito da molti anni a questa parte, apoteosi di una stagione che non ha sbagliato quasi nulla. Lo attendiamo con trepidazione.

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