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Stasera in TV 8 settembre: The Hateful Eight, Quentin Tarantino e il suo western più politico

Un’America post-secessionismo senza eroi positivi; il regista americano racconta una lotta alla sopravvivenza senza esclusione di colpi 

The Hateful Eight

The Hateful Eight

08.09.2018 - Autore: Alessia Laudati
Quentin Tarantino entra a piede libero nella Storia e rilegge il momento post Guerra di secessione americana analizzando ogni punto di vista sociale, politico ed economico sul conflitto gigantesco che ha separato una nazione. Gli ‘odiosi’ otto del titolo sono infatti otto personaggi che a causa di una tormenta di neve si trovano costretti in uno spazio claustrofobico al tradizionale regolamento di conti ma rappresentano anche diversi punti di vista umani sulla storia sociale e politica dell’America. Il regista fa scontrare prospettive e personaggi scegliendo il genere western contaminato con l’horror per raccontarci quanto lo spirito di una nazione liberale come sono oggi gli Stati Uniti, abbia invece un passato recente – forse mai del tutto estinto - di violenza cannibale tra gli uomini. Temi come quelli della violenza fra pari, del razzismo, dell’assenza di personaggi eroici, qui per esempio non c’è nessuna Uma Thurman a farsi giustizia con una spada affilata, e l’ambientazione di un film tutta ristretta in uno spazio chiuso, segnano un film cupo più del solito per il regista americano. Allo stesso tempo la pellicola del 2015, che ricordiamo è stata riscritta dopo il furto e la diffusione della sceneggiatura originale, è pura apertura, pura connessione con la magia del cinema. Sia per l’omaggio più evidente, quello al regista Sergio Leone, sia per il formato scelto, un panoramico 70 mm

 
Il film. Ambientazione in Nord America e quasi tre ore di durata per assistere al viaggio di una diligenza che qualche anno dopo la fine della Guerra Civile, si ferma nel Wyoming a causa di una tempesta di neve. La destinazione è Red Rock e del gruppo fanno parte John Ruth (Kurt Russell), chiamato "Il boia", che scorta la latitante Daisy Domergue, una Jennifer Jason Leigh al quale si sono aggiunti nel corso del viaggio Maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson), un ex soldato di colore dell'Unione ora un cacciatore di taglie e Chris Mannix (Walton Goggins), un uomo che afferma di essere il nuovo sceriffo della città. Finiranno per ripararsi nel negozio “Minnie", dove incontreranno altri quattro sconosciuti  il messicano Bob (Demian Bichir)), il boia di Red Rock Oswaldo Mobray (Tim Roth), il mandriano Joe Gage (Michael Madsen) e il generale della Confederazione Sanford Smithers (Bruce Dern). Ci sarà uno o più misteri da risolvere e ovviamente una probabile carneficina condotta con uno stile registico iperrealistico come non vedevamo da anni. 

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Dietro le quinte. Sembra che Tarantino non volesse più fare il film dopo il furto e la successiva divulgazione della sceneggiatura. A persuaderlo fu il cast stesso, in particolare Samuel L. Jackson, rimasto totalmente entusiasta del progetto. 
 
La scena da antologia. Quando il Maggiore Warren infierisce su Sandy Smithers (Bruce Dern), ex Generale dell'esercito confederato. La vendetta di Warren è talmente violenta che salta subito per lui ogni possibile categorizzazione di eroe del gruppo.
 
Perché vederlo. Se amate il cinema questo è un inno al suo potere, pieno di immagini affascinanti e situazioni drammaturgiche al limite dell’estremo. 
 
Dove e quando. 20:45 su Rai 3.