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Stasera in TV 5 marzo: Full Metal Jacket e il Vietnam secondo Kubrick

Prosegue la settimana dedicata a Stanley Kubrick su Iris

Full Metal Jacket

05.03.2019 - Autore: Marco Triolo
Questa sera, Iris prosegue con la programmazione dedicata al ventesimo anniversario della morte di Stanley Kubrick, proponendo il grande Full Metal Jacket. Un viaggio allucinante nella follia della guerra che fa totalmente a pezzi il mito dei Marines ed esplora una delle pagine più nere della storia americana.

 
 
Il film. Un gruppo di Marines, reclute normali presto trasformate in macchine per uccidere dall'intenso e implacabile addestramento del feroce sergente Hartman, parte per il Vietnam e sperimenta nella cruda offensiva del Tet, che ha per teatro la città di Hue, gli orrori di una guerra micidiale per entrambi gli schieramenti. Da cui i superstiti non usciranno vincitori, né vinti, ma disumani e cinici professionisti di morte.
 
Dietro le quinte. Kubrick scrisse il film con il corrispondente di guerra Michael Herr e Gustav Hasford, autore del libro (“The Short-Timers”, uscito in Italia come “Nato per uccidere”) da cui è tratto il film. Kubrick lavorò prevalentemente al telefono con i due, e incontrò Hasford solo una volta a cena (un incontro fallimentare). “Eravamo come due operai nella catena di montaggio di una fabbrica di automobili”, disse Hasford dell'esperienza. “Io attaccavo un pezzetto e Michael un altro e Stanley era l'unico che sapeva che sarebbero diventati un'auto”. Kubrick diede a R. Lee Ermey, un vero ex istruttore dei Marines convocato inizialmente come consulente, la parte di Hartman dopo aver osservato un'audizione dell'attore in videocassetta, nella quale Ermey aveva improvvisato una serie di insulti alle comparse. I film di Kubrick erano sempre scritti nel dettaglio e questo fu uno dei rari casi in cui i dialoghi vennero modificati in base alle improvvisazioni di un attore. Kubrick, che notoriamente aveva paura di volare, girò tutto il film in Inghilterra, facendo persino importare delle palme per ricostruire il Vietnam. Esatto: il Mekong è in realtà il Tamigi.

 
 
Perché vederlo. La cura maniacale con cui Kubrick realizzava i suoi capolavori fa sì che Full Metal Jacket sia un'esperienza di totale immersione nell'inferno della guerra. È anche una prova schiacciante della magia del cinema: nessuno potrebbe immaginare che quello che vede non è il Sudest asiatico ma il Cambridgeshire.
 
La scena da antologia. Vincent D'Onofrio, impazzito, uccide Hartman e poi si toglie la vita. Un momento mozzafiato nel quale l'attore pronuncia il fatidico titolo: “Full. Metal. Jacket”.
 
I premi. Nessuno! Né Oscar né Golden Globe. Non c'è giustizia al mondo.
 
Dove e quando. Su Iris (canale 22) alle 21:00.