Gabriele Muccino dirige Russell Crowe in un dramma che com’è abitudine del regista romano tocca un tema dell'animo, in questo caso la paternità, con pathos esasperato.
Malattia epilettica, solitudine, problemi economici investono Russell Crowe, un padre scrittore rimasto vedovo e con una bambina a carico, Katie (Amanda Seyfried nella seconda parte del film), disposto a tutto pur di conservare intatta l’immagine di forza che la figlia ha di lui.
Si separeranno, si ritroveranno, Katie poi cercherà in ogni uomo che incontrerà di risolvere il conflitto con il padre e dopo fiumi di lacrime spesi anche dalla parte dello spettatore, assisteremo forse a un happy ending.
LEGGI ANCHE: PADRI E FIGLIE, LA NOSTRA RECENSIONE
Malattia epilettica, solitudine, problemi economici investono Russell Crowe, un padre scrittore rimasto vedovo e con una bambina a carico, Katie (Amanda Seyfried nella seconda parte del film), disposto a tutto pur di conservare intatta l’immagine di forza che la figlia ha di lui.
Si separeranno, si ritroveranno, Katie poi cercherà in ogni uomo che incontrerà di risolvere il conflitto con il padre e dopo fiumi di lacrime spesi anche dalla parte dello spettatore, assisteremo forse a un happy ending.
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Il film. In Padri e figlie c’è tutto il Muccino più esasperato che calca la mano non sui dialoghi e sulle urla ma sul pathos delle immagini e dell’interpretazione di Crowe, che striscia, si contorce e sta male violentemente di fronte alla cinepresa senza risparmiarci molto della sua recitazione enfatica.
Alla Seyfried il compito di bilanciare con il suo candore e la sua bellezza la brutalità di certi momenti e di dividere il film idealmente in due parti. La prima è l’infanzia dominata dalla figura di Crowe, la seconda è la maturità dove proprio i conflitti del passato vengono risolti per permettere al personaggio femminile di crescere e di maturare.
Alla Seyfried il compito di bilanciare con il suo candore e la sua bellezza la brutalità di certi momenti e di dividere il film idealmente in due parti. La prima è l’infanzia dominata dalla figura di Crowe, la seconda è la maturità dove proprio i conflitti del passato vengono risolti per permettere al personaggio femminile di crescere e di maturare.
La scena da antologia. Il duro confronto tra Jake tornato dalla clinica medica dove è stato ricoverato per rivedere la figlia e gli zii della bambina decisi a tenerla con sé chiedendola in adozione.
Dietro le quinte. Crowe e Seyfried avevano già lavorato insieme in Les Misérables del 2012.
Perché vederlo. La psicologia dei personaggi è piuttosto spicciola ma Muccino sa giocare con le emozioni forti e regalarci così un polpettone melò che fa il suo dovere nel commuoverci profondamente.
Dove e quando. Giovedì 3 maggio alle ore 21:10 su Rai Movie.