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Stasera in TV, 29 settembre: Demi Moore peccatrice in La lettera scarlatta

La sensualità non manca, anche in un film tanto 'castigato' e puritano. Un contesto nel quale la seducente protagonista non può che spiccare.

29.09.2016 - Autore: La redazione
Avvincente, classico …e sbeffeggiato. Eppure La lettera scarlatta resta uno dei film più ricordati di Demi Moore, qui protagonista del dramma in costume tratto dall'omonimo romanzo di Nathaniel Hawthorne e diretto da Roland Joffé (Urla del silenzio, Mission, Vatel).

Il film. La storia di un amore che sboccia tra la paura, l'ipocrisia ed il violento scontro di culture che ha segnato la vita dei primi coloni nel nuovo mondo. Hester, una donna giovane e sensuale, moglie di un colono partito per combattere gli indiani e dato per morto, viene costretta a portare sul petto una A scarlatta, che la identifichi come adultera, quando il marito riappare a interrompere la sua relazione con il reverendo Dimmesdale. Il suo rifiuto a dichiarare di chi sia il figlio che aspetta le guadagna un tale marchio d'infamia e lo scherno dei compaesani, ma la vendetta del redivivo Roger potrebbe nascondere dei risvolti imprevedibili. Per tutti gli interessati...



Dietro le quinte. Molte le licenze nella storia, rispetto al testo originario (relativamente alla confessione del padre della figlia dello scandalo e all'uscita di scena del marito legittimo, oltre che alla rivolta degli indiani), che però non preoccuparono la bella Demi, tranquilla che non molti spettatori avessero una conoscenza tale del libro da accorgersene. Come non ebbe problemi a portare con sé le proprie figlie, Scout LaRue Willis e Tallulah Belle Willis, e a far loro interpretare la parte delle due bambine del film, Pearl e little Pearl. Più preoccupata si mostrò semmai della propria immagine, arrivando a pagare di tasca propria il rifacimento di una scena dopo aver visto come appariva la sua acconciatura in quella realizzata. Curioso, in un film che aveva già visto scartate Meg Ryan e Sharon Stone per il ruolo di Hester, scoprire che anche a nomi come Ennio Morricone ed Elmer Bernstein vennero respinte le colonne sonore scritte per il progetto (a favore di quella di John Barry). Quest'ultimo, a posteriori, scrisse persino una lettera alla Moore per ringraziarla del rifiuto, che gli aveva permesso di utilizzare le sue composizioni per un film migliore.

Perché vederlo. Un flop al botteghino (10 milioni di dollari incassati contro i 46 di budget), il film continua a viaggiare da un canale all'altro dei palinsesti di mezzo mondo. Sicuramente grazie alla forza di penetrazione mediatica che ancora ha la figura di Demi Moore - soprattutto se in versione peccatrice protofemminista - e all'aura derivante dalla celebre origine letteraria che lo avvolge. Ma in fondo anche, e soprattutto, per la carica sensuale e la seduttività della sempre attraente protagonista, pur così nascosta dietro al personaggio. Dal quale riesce a emergere però in alcune studiatissime scene trasmettendo molto del suo erotismo.



La scena da antologia. Un generale effetto patinato accresce la sensazione di sensualità del film, per quanto castigato e 'costretto', che ha il suo apice proprio nelle tentazioni erotiche dei protagonisti e nella scena di sesso tra Gary Oldman e Demi Moore. Anche qui dominano la musica e i dettagli, studiati e abbondanti. Tanto che in questo diffusissima e sottesa linea di desiderio 'soft' spicca comunque la scena del processo pubblico della adultera, condannata eppure altera e orgogliosa.

I Premi. Le nomination ai premi per i diritti umani e 'per la pace' del Political Film Society, insieme a quella degli MTV Movie Awards a Demi Moore come 'Attrice più attraente" sono state le maggiori soddisfazioni per il film, arrivato a essere candidato in 7 categorie dei poco ambiti Razzies (vincendo il titolo di Peggior remake o sequel, probabilmente riferendosi alla versione di Wim Wenders del 1973), che però lo inserirono nei '100 Most Amusingly Bad Movies Ever Made'.

Dove e quando. Alle 21:00 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.