La rapina in banca più epica della storia del cinema non è quella combattuta a colpi di arma da fuoco o granate che esplodono. E' quella che si combatte con le urla, naturalmente quelle di Al Pacino pronto uscire a testa alta davanti alle forza dell'ordine, consapevole di essere nel centro del mirino di uomini col dito sul grilletto. Pacino non li teme e conquista la platea di civili accampati davanti alla banca che ha rapinato e in cui è in corso una crisi di ostaggi. Stasera in TV, in prima serata su Iris, torna Quel pomeriggio di un giorno da cani, il film di rapine più bello di sempre.
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Il film: Al Pacino rapinatore gentiluomo. Il suo Sonny è un personaggio entrato per direttissima nella storia del cinema. Non un rapinatore senza cuore, piuttosto un uomo disperato pronto a svaligiare una banca per fare in modo che il suo amante possa permettersi l'operazione per il cambio di sesso. Sonny entra in banca con il silenzioso amico Sal (un immenso John Cazale), i due prendono le cassiere in ostaggio, ma più il tempo passa più Sonny crea un legame con i suoi ostaggi. Fuori per strada la polizia è sempre più impaziente e nel frattempo i media costruiscono invece una storia che alza l'indice di gradimento del rapinatore. Come andrà a finire?
Dietro le quinte: Inizialmente Pacinò rifiutò il ruolo di Sonny: aveva appena ultimato il lavoro ne Il padrino - Parte II ed era esausto e depresso dopo le riprese. Aveva dato troppo con la sua recitazione di metodo al ruolo di Michael Corleone. Il regista Sidney Lumet accettò il suo "no" e pensò di contattare Dustin Hoffman. A quel punto Pacino gli disse di sì. Durante le riprese Pacinò svenì sul set e fu portato in ospedale dove gli fu diagnosticato un esaurimento. Finito il film l'attore prese un periodo di pausa. Quel pomeriggio di un giorno da cani è ispirato alla vera storia di John Wojtowicz. Il 22 agosto del '72 l'uomo tentò una rapina in una banca di Brooklyn insieme a Salvatore Naturale. I due presero in ostaggio nove impiegati della banca per quattordici ore.
Perché vederlo: Quel pomeriggio di un giorno da cani è l'ingresso migliore della filmografia del maestro Sidney Lumet. Il cinema degli anni Settanta, quello più duro e oscuro di Hollywood. Il più coraggioso. Quello dei perdenti. In superficie un film teso, in profondità una storia in cui i personaggi che si impongono sulla trama. E non li dimentichiamo. D'un tratto ci si ritrova a fare il tifo per Sonny e Sal, nella speranza che la polizia conceda loro quel jet privato per fuggire e rifarsi una vita. E' uno dei migliori ruoli di Al Pacino, certamente nella top 3 della sua carriera. Ma sono i silenzi di John Cazale a rimanere nella memoria, lui, quel grande attore scomparso troppo presto (nel 1978 a soli 42 anni).
La scena da antologia: Pacino esce dalla banca e affronta la polizia, tira fuori un fazzoletto bianco per fare capire le sue intenzioni. Il capitano della polizia interpretato da Charles Durning gli chiede di rinunciare e arrendersi. E a quel punto il protagonista dice: "Baciami! Quando mi si fotte voglio essere baciato!". Da lì a poco si rivolgerà alla folla, incitandola al grido di "Attica!" "Attica!" citando la celebre rivolta nella prigione di Attica avvenuta nel 1971.
I premi: Il film vinse l'Oscar nella categoria migliore sceneggiatura originale scritta da Frank Pierson. Fu candidato anche come miglior film, miglior regia, migliore attore protagonista (Pacino), migliore attore non protagonista (Chris Sarandon) e miglior montaggio.
Dove e quando: Quel pomeriggio di un giorno da cani andrà in onda stasera alle ore 21:00 su Iris, canale 22 del digitale terrestre.
Guarda le foto: Quel pomeriggio di un giorno da cani, 40 anni di un capolavoro
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