Un vincitore della Palma d'Oro come questo, per acclamazione, non si vede spesso. Non quando poi la concorrenza è agguerrita e di calibro internazionale. Ma La vita di Adele di Abdellatif Kechiche fu un vero 'Coup' nel panorama cinematografico mondiale, e non solo per la bellezza mozzafiato delle due interpreti, Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux, futura Bond Girl.
Il film. Adele, una liceale di quindici anni, aspetta il grande amore e un giorno lo intravede in Thomas, giovane tenebroso ma cordiale. Lo stesso giorno però Adele incontra anche una ragazza dai capelli blu che ogni notte diventa protagonista dei suoi sogni e desideri più intimi. Adele prova a concedersi a Thomas ma si rende conto di non riuscire ad essere completamente sua e di provare attrazione per le ragazze. Grazie a un amico ha la possibilità di rintracciare la ragazza dai capelli blu e lasciarsi travolgere dal suo passionale sentimento...
Dietro le quinte. Cosa rara per una qualsiasi produzione, sul set non vennero ammessi né un truccatore né un hairstylist, per la specifica volontà del regista che le due attrici apparissero sempre al naturale. Alle due venne inoltre mostrato lo script solo una volta, per evitare che memorizzassero le battute costringendole così a una sorta di costante improvvisazione. Necessario contraltare alla meticolosità di Kechiche, soprattutto nelle scene più intime, che arrivò a tenere le interpreti per ore sul set per provare e riprovare tanto il loro primo incontro per strada quando le loro evoluzioni più erotiche.
Perché vederlo. Perfettamente rispettata e mantenuta la freschezza e la poesia dell'origine letteraria della storia, tratta dal romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh sulla vicenda di una ragazza che inizia a scoprire la sua sessualità. Terreno fertile per le scene 'hot' che questo film presenta anche con crudezza, ma senza mai rinunciare a uno sguardo acerbo più che erotico o pornografico. Che questo sia poi stato costruito da un regista difficile come il tunisino naturalizzato francese di Cous cous e Venere nera (entrambi presentati a Venezia in passato) aggiunge meriti a una storia che resta un "capolavoro di umanità" e che riesce a far innamorare del cinema, prima ancora che delle due attrici.
La scena da antologia. Inevitabilmente, e per quanto a lungo si sia dibattuto - con poco senso, tutto sommato - sulla loro veridicità o meno, le scene di sesso tra le due giovani amanti (con il famoso 'apice' lungo sette minuti) sono il cuore pulsante di questa grande "storia d'amore", come la definisce lo stesso regista. Che non ha paura di mostrarcele nude, senza freni o inibizioni, senza regole, con sincerità (fosse anche quella della finzione scenica), di raccontarle e di farle raccontare anche nelle scene tagliate e negli extra di una versione homevideo che potrebbe affascinare più che 'scaldare' molti curiosi.
I premi. Più Lumière (quattro su quattro candidature: Miglior Film, Regista, attrice e Rivelazione Femminile) che César, dove il film vinse il solo premio per la Miglior promessa femminile (Adèle Exarchopoulos) nonostante le otto nomination. Per il resto, il titolo fu molto apprezzato ma poco gratificato - fatti salvi i plurimi riconoscimenti alla giovane interprete - a parte il grande successo raccolto proprio al Festival di Cannes 2013, che oltre al Premio FIPRESCI a Abdellatif Kechiche gli conferì la Palma d'oro.
Dove e quando. Alle 23.45 su Canale 5, canale 5 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.
Il film. Adele, una liceale di quindici anni, aspetta il grande amore e un giorno lo intravede in Thomas, giovane tenebroso ma cordiale. Lo stesso giorno però Adele incontra anche una ragazza dai capelli blu che ogni notte diventa protagonista dei suoi sogni e desideri più intimi. Adele prova a concedersi a Thomas ma si rende conto di non riuscire ad essere completamente sua e di provare attrazione per le ragazze. Grazie a un amico ha la possibilità di rintracciare la ragazza dai capelli blu e lasciarsi travolgere dal suo passionale sentimento...
Dietro le quinte. Cosa rara per una qualsiasi produzione, sul set non vennero ammessi né un truccatore né un hairstylist, per la specifica volontà del regista che le due attrici apparissero sempre al naturale. Alle due venne inoltre mostrato lo script solo una volta, per evitare che memorizzassero le battute costringendole così a una sorta di costante improvvisazione. Necessario contraltare alla meticolosità di Kechiche, soprattutto nelle scene più intime, che arrivò a tenere le interpreti per ore sul set per provare e riprovare tanto il loro primo incontro per strada quando le loro evoluzioni più erotiche.
Perché vederlo. Perfettamente rispettata e mantenuta la freschezza e la poesia dell'origine letteraria della storia, tratta dal romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh sulla vicenda di una ragazza che inizia a scoprire la sua sessualità. Terreno fertile per le scene 'hot' che questo film presenta anche con crudezza, ma senza mai rinunciare a uno sguardo acerbo più che erotico o pornografico. Che questo sia poi stato costruito da un regista difficile come il tunisino naturalizzato francese di Cous cous e Venere nera (entrambi presentati a Venezia in passato) aggiunge meriti a una storia che resta un "capolavoro di umanità" e che riesce a far innamorare del cinema, prima ancora che delle due attrici.
La scena da antologia. Inevitabilmente, e per quanto a lungo si sia dibattuto - con poco senso, tutto sommato - sulla loro veridicità o meno, le scene di sesso tra le due giovani amanti (con il famoso 'apice' lungo sette minuti) sono il cuore pulsante di questa grande "storia d'amore", come la definisce lo stesso regista. Che non ha paura di mostrarcele nude, senza freni o inibizioni, senza regole, con sincerità (fosse anche quella della finzione scenica), di raccontarle e di farle raccontare anche nelle scene tagliate e negli extra di una versione homevideo che potrebbe affascinare più che 'scaldare' molti curiosi.
I premi. Più Lumière (quattro su quattro candidature: Miglior Film, Regista, attrice e Rivelazione Femminile) che César, dove il film vinse il solo premio per la Miglior promessa femminile (Adèle Exarchopoulos) nonostante le otto nomination. Per il resto, il titolo fu molto apprezzato ma poco gratificato - fatti salvi i plurimi riconoscimenti alla giovane interprete - a parte il grande successo raccolto proprio al Festival di Cannes 2013, che oltre al Premio FIPRESCI a Abdellatif Kechiche gli conferì la Palma d'oro.
Dove e quando. Alle 23.45 su Canale 5, canale 5 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.