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Stasera in TV 24 novembre: The Hurt Locker, quando Kathryn Bigelow fece la Storia degli Oscar

Prima regista donna a vincere la statuetta, la moglie di James Cameron ci regalò un dramma bellico di rare umanità e follia.

24.11.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Il 2010 fu un'annata storica per l'Academy Awards, e per il cinema tutto. E non solo perché l'indipendente The Hurt Locker di Kathryn Bigelow superò in cinque delle categorie nelle quali era nominato il favoritissimo Avatar di suo marito James Cameron (il quale definì il film "Il Platoon della Guerra nell'Iraq"). Un racconto unico e particolare del dramma della guerra visto qui dal punto di vista di un gruppo di artificieri senza paura.

Il film. I 40 giorni al fronte, in Iraq, di una squadra di artificieri e sminatori dell'esercito statunitense, unità speciale con elevatissimo tasso di mortalità. Quando tutto quel che resta del suo predecessore finisce in una "cassetta del dolore", pronta al rimpatrio, a capo della EOD (unità per la dismissione di esplosivi) arriva il biondo William James, un uomo che ha disinnescato un numero incredibile di bombe e sembra non conoscere la paura della morte. Uno che non conta i giorni, un volontario che ha scelto quel lavoro e da esso si è lasciato assorbire fino al punto di non ritorno.



Dietro le quinte. Girato in una sicurissima Giordania - anche perché la settimana di riprese prevista in una base militare Usa in Kuwait venne cancellata per la mancanza dei permessi necessari - con una troupe incredibilmente internazionale (composta di libanesi, giordani, marocchini, iracheni, libici, palestinesi, armeni, etc.), il film si rivelò molto impegnativo per tutti. Per Renner, che cadde dalle scale mentre portava con sé un ragazzo, costringendo la produzione a interrompere le riprese per diversi giorni, per il direttore della fotografia Barry Ackroyd, che patì un colpo di calore nella prima settimana, meno per la stessa regista, che dichiarò di non aver eliminato alcuna scena dal montaggio finale. Un'ottima riuscita, considerato che fu proprio Cameron a spingerla ad accettare il compito. NB: l'espressione che dà il titolo al film risale alla guerra del Vietnam e indica una situazione potenzialmente problematica e dolorosa.

Perché vederlo. Una sorpresa, anche se non per i fan di Kathryn Bigelow, da sempre cineasta di pregio, capace di attraversare i generi via via definendo un proprio stile, definito e solido, che in questo duro war-movie trova una delle sue manifestazioni migliori. Il contesto si presta, certo, alla capacità della regista di leggere la realtà e rappresentarla in maniera spettacolare ed equilibrata insieme. Ma qui siamo davvero di fronte al raggiungimento di una vera maturità artistica e formale e a un film "tesissimo dal punto di vista emotivo ed esemplare sotto il profilo estetico, ma non esageratamente tronfio nella messa in scena". Grande cinema, nel quale 'sguazzano' Ralph Fiennes, Guy Pearce, Jeremy Renner e Anthony Mackie, tutti al loro meglio.
 

La scena da antologia. Tra cecchini, bombe multiple e possibili attentatori, è rimasto epocale il momento in cui Jeremy Renner, vestito della sua speciale tuta (assolutamente autentica!), si dirige verso l'uomo imbottito di esplosivo da disinnescare. Una scena che avviene in una desolazione cittadina talmente svuotata di cinematografia - ma solo apparentemente - da colpire proprio nella sua essenzialità prima ancora che per quel che accade.

Premi. Più di ogni altra possibilità (agli sfortunati Golden Globe, ai BAFTA, ai Satellite, etc.) fecero epoca le nove nomination raccolte ai Premi Oscar, dove il film vinse i 'titoli' di Miglior film, Migliore sceneggiatura (Mark Boal), Miglior montaggio, Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro e soprattutto Migliore regia, che permise a Kathryn Bigelow di diventare la prima regista donna a vincere la statuetta. Dopo che solo altre tre erano state nominate (Lina Wertmüller nel 1975, Jane Campion nel 1993 e Sofia Coppola nel 2003), fu Barbra Streisand a sancire il momento storico con le parole "Well, the time has come".

Dove e quando. Alle 23.15 su Rai Movie, canale 24 del digitale terrestre e 114 della piattaforma satellitare TivùSat.