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Stasera in TV, 23 settembre: Le Anime Nere che hanno conquistato Hollywood

Il film di Munzi presentato alla Mostra di Venezia continua a essere un esempio dell'internazionalità del nostro cinema e le nostre storie.

Anime nere

23.09.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Vero e proprio evento della 71. Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove venne presentato in anteprima, Anime Nere di Francesco Munzi è sicuramnte uno dei film italiani più importanti, forti e apprezzati degli ultimi anni. Un dramma dipinto magnificamente, che potrebbe aver aperto le porte del cosiddetto 'Cinema che conta' al regista romano, recentemente passato all'ultima 73. Mostra di Cinema di Venezia con il documentario Assalto al cielo.

Il film. Tre fratelli, figli di un pastore dell'Aspromonte, vengono coinvolti in una guerra tra clan in Calabria. Luigi, il più giovane, è un trafficante internazionale di droga; Rocco si è trasferito a Milano con la moglie e la figlia per stare lontano dagli affari di famiglia, ma ne accetta colpevolmente i soldi sporchi; Luciano fa il pastore e si illude di poter rimanere fuori dalle attività criminali dei suoi.



Dietro le quinte. Il film è girato e ambientato ad Africo, sull’Aspromonte, considerato uno dei centri nevralgici della ‘ndrangheta, una location che da sempre ha affascinato il regista al punto da farlo rinunciare al progetto di Educazione Siberiana (poi girato da Salvatores) per concludere questo. Anche per non vanificare i tre anni di preparazione nei quali hanno avuto grande importanza proprio le scene e i provini. Non a caso, visto che lo stesso cast si è rivelato fondamentale per il successo del film confermando la giustezza della scelta di Munzi di puntare su volti meno noti, anche a costo di dover patire a lungo nella ricerca di un produttore (trovato prima in Arcopinto e poi nei fondamentali partner francesi).

Perché vederlo. "Una visione cupa e claustrofobica della malavita calabrese" lo avevamo definito, ma anche una storia familiare, profondamente italiana. Aggettivo che in questo si lega tanto alla nostra tradizione quando alle radici fortissime di un ambiente come quello calabrese, la cui scelta come location dà ulteriore forza alla storia. Che è tratta dal romanzo omonimo di Gioacchino Criaco, ma che nel suo mettere in scena la storia di tre fratelli, diversi per ambizioni e indole, scava dentro di noi, come individui e come popolo. Arrivando a toccare delle corde che finiscono per essere universali nella loro assolutezza. Prova ne sia l'interesse di Hollywood, che da tempo sembra essersi interessata al lavoro del regista romano al punto da offrirgli di dirigere un progetto Oltreoceano.



La scena da antologia. Lo sviluppo del rapporto tra i tre fratelli e dei singoli con la comunità e la famiglia, pur allargata, condizionano e permeano costantemente il film, pur nella sua discontinuità. Fino al finale drammatico, nel quale il regista sceglie di tentare un registro inatteso, ridefinendo i protagonisti anche a scapito di un realismo di fondo, naturalmente proprio del genere. E insieme concedendo allo spettatore la speranza di un futuro diverso per quella terra e le vite di chi la abita.

I Premi. Il Premio Pasinetti della Mostra di Venezia al miglior film a Francesco Munzi - oltre a un paio di 'Collaterali' - e i riconoscimenti raccolti al BIF&ST e ai Ciak d'Oro furono solo alcune delle tappe della cavalcata trionfale del film di Munzi, arrivato a vincere tre Nastri d'Argento (Miglior Sceneggiatura, Produttore e Montaggio, su sette nomination) e ben nove David di Donatello, sulle diciotto (!) candidature raccolte.

Dove e quando. Alle 21:05 su Rai 3, canale 3 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.
 
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