I tre giorni del Condor, un classico spy-action firmato dal grande Sydney Pollack, un Maestro del genere prima ancora che venisse ribattezzato così… Di certo - e secondo i più - uno dei migliori film del genere cospirativo e thriller, con un Robert Redford 'splendido quarantenne' in stato di grazia in versione rapitore (di Faye Dunaway!).
Il film. Joe Turner (Robert Redford) con il nome in codice di Condor, lavora presso un ufficio distaccato della CIA per la ricerca e la decodificazione di romanzi sospettati di nascondere messaggi cifrati. Un giorno, rientrando dopo una pausa del lavoro, trova tutti i suoi colleghi massacrati. Da quel momento inizia una delle più serrate cacce all'uomo della storia del cinema, dove il protagonista per riuscire a sopravvivere tenta di scoprire cosa si nasconde dietro omicidi tanto efferati.
Dietro le quinte. Uno dei sette film girati da Pollack e Redford insieme, I tre giorni del Condor venne realizzato interamente nella città di New York durante l'inverno del 1974, come si vede dalle ambientazioni di molte scene. E per l'ufficio di Higgins nel World Trade Center, l'organizzazione in cui lavora Turner nell'Upper East Side, 'The American Literary Historical Society', e il Lexington Candy Shop dove quest'ultimo va a comprare il pranzo, locale ancora esistente al 1226 della Lexington Ave tra la 82 e 83 strada. Un set che vide apparire - come visitatori - Andy Warhol, il regista Paul Morrissey, Ellen Burstyn tra i tanti, e l'ex direttore della CIA Richard Helms come consulente personale per il ruolo del Condor.
Perché vederlo. Uno di quei film degli anni '70 capaci di porsi come riferimento per i successivi del suo genere, più che come vera e propria pietra miliare. Eppure la definizione di Classico non sembra immeritata per questa perla della carriera di Pollack & Redford, per la perizia nella direzione e l'intensità dell'interpretazione, insieme capaci di andare oltre la rappresentazione di un'epoca soffocata dalla paranoia e realizzare una piece emozionante e tesa, vera a prescindere - e forse anche per questo - da una sceneggiatura sostanzialmente 'semplice'.
La scena da antologia. L'iniziale shock di Turner ci porta immediatamente nel mood della vicenda, ma sarà sicuramente più divertente per gli appassionati del film dedicarsi a identificare lo stesso regista nel breve cameo ritagliatosi: Pollack è infatti l'uomo che saluta la Dunaway con un "Hey, Kathy" mentre sta entrando nell'appartamento con Turner (e anche - per gli amanti della versione originale - la voce del ragazzo della stessa Kathy durante la loro conversazione telefonica).
I premi. Il David di Donatello speciale per Sydney Pollack non deve aver compensato la sconfitta ai Premi Oscar (dove il film era nominato per il Miglior Montaggio, ma venne sconfitto da Lo squalo) e ai Golden Globes (la Dunaway era candidata come Miglior Attrice in un Film Drammatico), ma l'apprezzamento significato dagli Edgar Allan Poe Awards e dal Cartagena Film Festival - per Max von Sydow, Miglior Attore - fu comunque apprezzabile.
Dove e quando. Alle 23.05 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.
Il film. Joe Turner (Robert Redford) con il nome in codice di Condor, lavora presso un ufficio distaccato della CIA per la ricerca e la decodificazione di romanzi sospettati di nascondere messaggi cifrati. Un giorno, rientrando dopo una pausa del lavoro, trova tutti i suoi colleghi massacrati. Da quel momento inizia una delle più serrate cacce all'uomo della storia del cinema, dove il protagonista per riuscire a sopravvivere tenta di scoprire cosa si nasconde dietro omicidi tanto efferati.
Dietro le quinte. Uno dei sette film girati da Pollack e Redford insieme, I tre giorni del Condor venne realizzato interamente nella città di New York durante l'inverno del 1974, come si vede dalle ambientazioni di molte scene. E per l'ufficio di Higgins nel World Trade Center, l'organizzazione in cui lavora Turner nell'Upper East Side, 'The American Literary Historical Society', e il Lexington Candy Shop dove quest'ultimo va a comprare il pranzo, locale ancora esistente al 1226 della Lexington Ave tra la 82 e 83 strada. Un set che vide apparire - come visitatori - Andy Warhol, il regista Paul Morrissey, Ellen Burstyn tra i tanti, e l'ex direttore della CIA Richard Helms come consulente personale per il ruolo del Condor.
Perché vederlo. Uno di quei film degli anni '70 capaci di porsi come riferimento per i successivi del suo genere, più che come vera e propria pietra miliare. Eppure la definizione di Classico non sembra immeritata per questa perla della carriera di Pollack & Redford, per la perizia nella direzione e l'intensità dell'interpretazione, insieme capaci di andare oltre la rappresentazione di un'epoca soffocata dalla paranoia e realizzare una piece emozionante e tesa, vera a prescindere - e forse anche per questo - da una sceneggiatura sostanzialmente 'semplice'.
La scena da antologia. L'iniziale shock di Turner ci porta immediatamente nel mood della vicenda, ma sarà sicuramente più divertente per gli appassionati del film dedicarsi a identificare lo stesso regista nel breve cameo ritagliatosi: Pollack è infatti l'uomo che saluta la Dunaway con un "Hey, Kathy" mentre sta entrando nell'appartamento con Turner (e anche - per gli amanti della versione originale - la voce del ragazzo della stessa Kathy durante la loro conversazione telefonica).
I premi. Il David di Donatello speciale per Sydney Pollack non deve aver compensato la sconfitta ai Premi Oscar (dove il film era nominato per il Miglior Montaggio, ma venne sconfitto da Lo squalo) e ai Golden Globes (la Dunaway era candidata come Miglior Attrice in un Film Drammatico), ma l'apprezzamento significato dagli Edgar Allan Poe Awards e dal Cartagena Film Festival - per Max von Sydow, Miglior Attore - fu comunque apprezzabile.
Dove e quando. Alle 23.05 su Iris, canale 22 del digitale terrestre e 11 della piattaforma satellitare TivùSat.