È caratteristica iconica del cinema di Woody Allen quella dell’interrogarsi sulle nevrosi della classe media bianca, ossia quella che aspira a essere progressista e poi si ritrova invece invischiata in mille contraddizioni e tic piuttosto primordiali.
Con La dea dell’amore del 1995 la trama non va diversamente, e il regista ci regala una commedia paradossale che con la sua ironia, la sua caustica critica al pensiero unico, fece vincere un Oscar all’attrice Mira Sorvino.

Con La dea dell’amore del 1995 la trama non va diversamente, e il regista ci regala una commedia paradossale che con la sua ironia, la sua caustica critica al pensiero unico, fece vincere un Oscar all’attrice Mira Sorvino.

Il film. Nella pellicola un uomo e giornalista sportivo (Allen) ha l’assurda pretesa di rintracciare la madre biologica del figlio che ha adottato con la moglie Amanda (Helena Bonham Carter). Ma non solo. L’uomo, una volta trovata la donna (Sorvino), che scopre chiamarsi Linda, sviluppa la convinzione di volerne migliorare lo status sociale – dopo aver scoperto che lavora come attrice pornografica e prostituta – e di farlo tenendo conto esclusivamente dei propri parametri borghesi di accettabilità. Ovviamente però l’amore e l’infatuazione arriveranno a cambiare drammaticamente le carte in tavola dimostrando che il desiderio non ha regole di classe.


Dietro le quinte. Woody Allen ha raccontato in un’intervista di aver seriamente considerato la possibilità di affidare il ruolo di Amanda alla sua ex moglie Mia Farrow nonostante il turbolento divorzio, e che la casting director del film gli avesse chiesto per questo se fosse totalmente pazzo.
I premi. Miglior attrice non protagonista a Mira Sorvino.
La scena da antologia. Il primo incontro tra Larry e la procace e disinibita Linda Ash/Sorvino.
Perché vederlo. Irriverente commedia fatta di dialoghi affilati e tanto umorismo.
Dove e quando. Giovedì 21 dicembre alle ore 22:45 su Rai Movie.