Non erano in molti a conoscere il Premio Nobel John Nash e il suo lavoro prima del film di Ron Howard, A Beautiful Mind, ma l'interpretazione di Russel Crowe - per tacer di Jennifer Connelly e Ed Harris - e lo sviluppo generale della vicenda ne fanno un biopic dinamico e coinvolgente, emozionante e drammatico.
Il film. La storia vera di John Forbes Nash Jr. (Russell Crowe), premio Nobel per la matematica, un uomo in bilico fra il mondo perfetto della razionalità e quello ambiguo, misterioso e assurdo della sua follia, della vita e dell'amore. Dagli inizi all'Università di Princeton alle prime formulazioni della sua celebre Teoria dei Giochi, fino al geniale supporto al Pentagono durante la Guerra Fredda, che coincise con il momento peggiore della sua schizofrenia paranoide.
Dietro le quinte. Per i fan del regista, si segnala la presenza di Bryce Dallas Howard in un breve cameo, la figlia di Ron è infatti la ragazza che guarda nell'auto che porta via Nash, sedato dal Dr. Rosen, dopo la lezione di matematica. Riguardo invece la Connelly, vincitrice dell'Oscar per la sua interpretazione, ricordiamo che rischiò di non essere della partita, visto che prima di lei erano state considerate Portia de Rossi, Claire Forlani, Catherine McCormack, Meg Ryan, Rachel Griffiths, Amanda Peet, Charlize Theron, Julia Ormond, Geena Davis, Teri Hatcher, Famke Janssen, Ashley Judd, Jennifer Jason Leigh, Mía Maestro, Rhona Mitra, Hilary Swank, Mira Sorvino, Emily Watson (pur se "troppo british"), Rachel Weisz (che rifiutò) e soprattutto Mary McCormack e Brittany Murphy per il ruolo di Alice. E se quella che vediamo sullo schermo è neve finta (quella vera non sarebbe durata), fu il vero John Nash quello che apparve sul set durante le riprese, conquistando per altro Russell Crowe, che tentò di imitarne il modo in cui muoveva le mani per cercare di entrare nel personaggio.
Perché vederlo. All'epoca lo definimmo "forse il più bel film diretto da Ron Howard, da sempre abile artigiano di Hollywood, che nel raccontare la storia di Nash sembra ricevere dal genio uno stato di grazia", e oggi il giudizio si discosterebbe poco da quello. Una storia ben scritta e ben raccontata, dalla mano di un regista capace di dar vita ai sogni senza esser melenso né ampolloso, al limite troppo patinato e 'corretto'. Ma le polemiche seguite ad alcune licenze o a certi aggiustamenti, restano in secondo piano durante la visione di una narrazione sostenuta dalla bellissima fotografia di Roger Deakins e dalle grandi interpretazioni di un team affiatato, soprattutto nel terzetto Ed Harris-Russel Crowe-Jennifer Connelly (premiata dall'Academy).
La scena da antologia. Vorremmo poter segnalare la scena d'amore tra Russell Crowe e Jennifer Connelly tagliata dal montaggio finale e forse la scena della consegna del Nobel è tra i momenti più lieti e toccanti, ma il momento della rivelazione dei codici allo stesso Nash è sicuramente un punto di svolta - anche a livello spettacolare - del film di Howard.
Il film. La storia vera di John Forbes Nash Jr. (Russell Crowe), premio Nobel per la matematica, un uomo in bilico fra il mondo perfetto della razionalità e quello ambiguo, misterioso e assurdo della sua follia, della vita e dell'amore. Dagli inizi all'Università di Princeton alle prime formulazioni della sua celebre Teoria dei Giochi, fino al geniale supporto al Pentagono durante la Guerra Fredda, che coincise con il momento peggiore della sua schizofrenia paranoide.
Dietro le quinte. Per i fan del regista, si segnala la presenza di Bryce Dallas Howard in un breve cameo, la figlia di Ron è infatti la ragazza che guarda nell'auto che porta via Nash, sedato dal Dr. Rosen, dopo la lezione di matematica. Riguardo invece la Connelly, vincitrice dell'Oscar per la sua interpretazione, ricordiamo che rischiò di non essere della partita, visto che prima di lei erano state considerate Portia de Rossi, Claire Forlani, Catherine McCormack, Meg Ryan, Rachel Griffiths, Amanda Peet, Charlize Theron, Julia Ormond, Geena Davis, Teri Hatcher, Famke Janssen, Ashley Judd, Jennifer Jason Leigh, Mía Maestro, Rhona Mitra, Hilary Swank, Mira Sorvino, Emily Watson (pur se "troppo british"), Rachel Weisz (che rifiutò) e soprattutto Mary McCormack e Brittany Murphy per il ruolo di Alice. E se quella che vediamo sullo schermo è neve finta (quella vera non sarebbe durata), fu il vero John Nash quello che apparve sul set durante le riprese, conquistando per altro Russell Crowe, che tentò di imitarne il modo in cui muoveva le mani per cercare di entrare nel personaggio.
Perché vederlo. All'epoca lo definimmo "forse il più bel film diretto da Ron Howard, da sempre abile artigiano di Hollywood, che nel raccontare la storia di Nash sembra ricevere dal genio uno stato di grazia", e oggi il giudizio si discosterebbe poco da quello. Una storia ben scritta e ben raccontata, dalla mano di un regista capace di dar vita ai sogni senza esser melenso né ampolloso, al limite troppo patinato e 'corretto'. Ma le polemiche seguite ad alcune licenze o a certi aggiustamenti, restano in secondo piano durante la visione di una narrazione sostenuta dalla bellissima fotografia di Roger Deakins e dalle grandi interpretazioni di un team affiatato, soprattutto nel terzetto Ed Harris-Russel Crowe-Jennifer Connelly (premiata dall'Academy).
La scena da antologia. Vorremmo poter segnalare la scena d'amore tra Russell Crowe e Jennifer Connelly tagliata dal montaggio finale e forse la scena della consegna del Nobel è tra i momenti più lieti e toccanti, ma il momento della rivelazione dei codici allo stesso Nash è sicuramente un punto di svolta - anche a livello spettacolare - del film di Howard.
I premi. Nonostante polemiche e rischi di boicottaggio, il film vinse quattro Premi Oscar (Miglior film, Migliore regia, Miglior attrice non protagonista a Jennifer Connelly e Migliore sceneggiatura non originale) sulle otto nomination complessive ricevute. Per non parlare dei quattro Golden Globe, i due BAFTA e i vari Satellite e 'minori'.
Dove e quando. Alle 23:40 su Paramount Channel, canale 27 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.