La fiaba come mezzo per insegnare la vita e raccontare la divisione storica e culturale tra regnanti capricciosi e popolo superstizioso, attraverso immagini suggestive e metafore visionarie tradotte al cinema da un regista che sa usare le iperboli dello sguardo con grande senso dell’inquadratura. Il passaggio in TV arriva proprio nei giorni in cui il suo ultimo lavoro Dogman viene presentato al Festival di Cannes.
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Il racconto dei racconti di Matteo Garrone è la traduzione in immagini del celebre Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, opera di letteratura popolare pubblicata postuma tra il 1634 ed il 1636.
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Il racconto dei racconti di Matteo Garrone è la traduzione in immagini del celebre Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, opera di letteratura popolare pubblicata postuma tra il 1634 ed il 1636.
Il film. Tre diversi episodi ispirati al libro di racconti - La cerva, La pulce e La vecchia scorticata - strutturano il film del 2015 in più parti e con un susseguirsi di trame cruente e docili, personaggi fantastici e complicati, che ricostruiscono sia un’epoca ormai passata con l’uso dei costumi e della ricostruzione storica, sia sentimenti sempre attuali. Garrone dirige il film con grande potenza di immagini e di immaginario barocco coinvolgendo nel progetto due star internazionali come Salma Hayek e Vincent Cassel per una fiaba che è però molto italiana. Italiano è sia il test di partenza sia l’interezza delle location magiche tra castelli medievali e residenze di prestigio come Palazzo Vecchio a Firenze. Tra le storie ‘reali’ perché gran parte del film ha come protagonisti alcuni regnanti ottusi e i loro vizi, l’ossessione per la maternità a qualunque prezzo della regina Salma Hayek, quella per la giovinezza e la bellezza del re Vincent Cassel, e il carattere capriccioso e dispotico del re di Altomonte interpretato dall’attore Toby Jones.
Dietro le quinte. Primo film in lingua inglese per Matteo Garrone.
La scena da antologia. Il cuore di drago divorato in primo piano da una vorace e affamata Salma Hayek come metafora dell’amore genitoriale che diventa follia.
Perché vederlo. Visivamente potentissimo e pieno di un’ironia straniante e curiosa.
I premi. Sette David di Donatello vinti dal film.
Dove e quando. Martedì 15 maggio alle ore 21:10 su Rai Movie.