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Stasera in TV 14 agosto: La sfida finale di Daniel e Miyagi in Karate Kid III

Si chiude la trilogia diretta da Avildsen, per la gioia dei fan degli anni '80, nonostante qualche fatica…

14.08.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Non c'è due senza tre, e dopo il cult del 1984 e il suo sequel nel 1986, John G. Avildsen (Rocky) compone un sua trilogia con il Karate Kid III - La sfida finale del 1989 (almeno prima - e senza contare - il quarto film 'al femminile' con Hilary Swank e lo sfortunato reboot del 2010). Un terzo capitolo da non perdere per chi ancora oggi oggi cita Pat Morita e imita Ralph Macchio... e attende la serie tv!

Il film. Rimasto senza studenti, il dojo Kobra Kai va rapidamente in rovina e John Kreese viene radiato da tutte le federazioni di arti marziali per il mancato pagamento delle quote di iscrizione, oltre che per i gravi fatti di violenza di cui si è reso responsabile. Kreese chiede aiuto al suo amico ed ex commilitone Terry Silver, a cui John aveva salvato più volte la vita in Vietnam. Silver, ricco e disonesto, escogita un modo per farla pagare a Daniel LaRusso e Miyagi, i due uomini colpevoli di aver rovinato la vita del suo migliore amico.



Dietro le quinte. Qualcuno avrà pure riconosciuto la casa in cui vive Terry, la celebre Ennis House utilizzata in molti film, da Blade Runner a The Rocketeer e Rush Hour, fino a Twin Peaks. Ma in quella casa abita anche il figlio di Terry, "Snake" Silver, nella realtà il figlio del regista Jonathan Avildsen, dimostratosi talmente bravo al provino per la parte di Mike Barnes da far sì che venisse creato un ruolo a posta per lui. Divertente ricordare che nonostante la sceneggiatura prevedesse una relazione tra Daniel e Jessica (Robyn Lively), fu lo stesso giovane Ralph Macchio a chiedere che questa rimanesse platonica, per evitare che la propria moglie si ingelosisse.

Perché vederlo. Squadra che vince non si cambia… una regola aurea alla quale gli Studios hollywoodiani si affidano spesso, ma che non sempre funziona. Almeno sul piano degli incassi o del responso della critica. Due fattori importanti nel determinare il successo di un film, ma non gli unici. Soprattutto nel caso di personaggi penetrati talmente a fondo nel cuore dei fan e nella cultura popolare, da travalicare certi schemi di giudizio. Come nel caso in questione, sicuramente meno sorprendente come sviluppo o impeccabile come narrazione dei precedenti, eppure perfetto trampolino per catapultarsi negli anni '80 con una soddisfacente conclusione della saga, coerente con i precetti di amicizia, sacrificio e coraggio che l'hanno informata dall'inizio.



La scena da antologia. Lo scontro finale, e l'ennesimo torneo intorno a cui tutto si svolge, regala sicuramente una prevedibile carica di adrenalina, ma per chi cercasse qualcosa di diverso dai precedenti capitoli della trilogia - a parte la trattazione della crisi tra l'allievo e il suo storico maestro - sicuramente farà effetto vedere il giovane Daniel alle prese con il suo nuovo allenamento, particolarmente duro, al limite del masochistico… ben lontano dalle cera e vernice che furono.

I premi. Nessuna vittoria, per fortuna, nonostante le cinque nomination ottenute da John G. Avildsen, Jerry Weintraub, Ralph Macchio, Pat Morita e Robert Mark Kamen per le categorie di Miglior Regista, Film (e produttore), Attori Protagonista e Non, Sceneggiatura… ma ai famigerati Golden Raspberry Awards, detti anche 'Razzie'.

Dove e quando. Alle 21.15 su TV8, canale 8 del digitale terrestre e della piattaforma satellitare TivùSat.