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Stasera in TV, 12 febbraio: inizia la trilogia sui ricercatori ricercati di Smetto quando voglio

Il primo film di Sydney Sibilia (e i suoi segreti) per prepararsi alla visione dei due sequel, in sala e in preparazione

12.02.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Le origini della 'banda dei ricercatori universitari' che oggi imperversa di nuovo nelle nostre sale, l'inizio di una trilogia che promette di porsi come un unicum piacevole nel panorama della nostra commedia: questo è molto altro è lo Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, film che nel 2014 mise insieme Edoardo Leo, Valerio Aprea, Paolo Calabresi, Lorenzo Lavia, Stefano Fresi, Libero De Rienzo e Pietro Sermonti in cerca di risposte 'alternative' alla crisi…

Il film. Pietro Zinni ha trentasette anni, fa il ricercatore ed è un genio. Ma questo non è sufficiente. Arrivano i tagli all'università e viene licenziato. Cosa può fare per sopravvivere un nerd che nella vita ha sempre e solo studiato? L'idea è drammaticamente semplice: mettere insieme una banda criminale come non se ne sono mai viste. Recluta i migliori tra i suoi ex colleghi, che nonostante le competenze vivono ormai tutti ai margini della società, facendo chi il benzinaio, chi il lavapiatti, chi il giocatore di poker. Macroeconomia, Neurobiologia, Antropologia, Lettere Classiche e Archeologia si riveleranno perfette per scalare la piramide malavitosa. Il successo è immediato e deflagrante, arrivano finalmente i soldi, il potere, le donne e il successo. Il problema sarà gestirli...



Dietro le quinte. Lungometraggio d'esordio - dopo promo e piccoli spot - per il regista, che dopo aver trovato l'idea giusta decise di realizzare direttamente una trilogia. Attualmente 'in progress' con lo Smetto quando voglio - Masterclass da poco in sala (presentato dalla frase "La banda è tornata, e ora ha un nemico") e che si concluderà con lo Smetto quando voglio - Ad Honorem (laureando i nostri 'criminali da strapazzo' come veri e propri malviventi?), come annunciato dalla tagline "Ogni saga ha una fine". Riguardo alla droga intorno al quale si sviluppa la vicenda, avendo come formula MDMA (per cui 3,4-metilenediossimetanfetamina, più nota come Ecstasy) è in realtà decisamente illegale. Per non esserlo non dovrebbe essere inserita nell'elenco ufficiale delle molecole illegali del Ministero della Salute, come recita anche l'incipit del film.

Perché vederlo. Sequenze semplici e ben scritte, personaggi comuni, non eccessivi o comunque in grado di rivelarsi nel corso dello sviluppo, loro e della vicenda, sono solo alcune delle frecce nell'arco di Sibilia in questo primo capitolo di una incredibile - e progettata sin dall'inizio - trilogia leggera del tutto italiana. Uno sguardo diverso dal solito sulle generazioni della crisi e sugli effetti della stessa, ma dalle radici profonde e sfruttate con intelligenza e misura. Una onestà che traspare in ogni momento, e che ha conquistato il pubblico, confermandosi nell'attuale sequel Smetto quando voglio - Masterclass.



La scena da antologia. In una trilogia (per quanto mancante ancora della conclusione) è difficile identificare e isolare una unica scena da ricordare, soprattutto in film così ricchi di situazioni comiche e di personaggi divertenti, ma forse è proprio una delle prime scene del film a risultare immediatamente d'impatto e a dare esattamente il tono generale. E, in fondo, i due benzinai notturni colti e latinisti impegnati in un battibecco sul lavoro sono evidentemente 'figli' dell'idea originaria presentata da Sibilia al produttore Matteo Rovere, che gli aveva chiesto di scrivere un film nel 2010, arrivata dopo la lettura di un articolo sui "netturbini con la laurea da 110 e lode".

I Premi. 12 nomination ai David di Donatello e nessun premio sono un record, in un certo senso. Per fortuna controbilanciato dai consolatori Nastro d'argento per il Miglior produttore a Domenico Procacci e Matteo Rovere (con Rai Cinema) e Globo d'oro per la Miglior commedia, oltre ai comunque graditi Ciak d'oro per la Rivelazione dell'anno (a Sydney Sibilia) e per il Miglior manifesto (a Federico Mauro). Divertente ricordare la vittoria del Golden Puffin del Reykjavík International Film Festival per la Miglior scoperta dell'anno.

Dove e quando. Alle 21.15 su Rai 4, canale 21 del digitale terrestre e 110 della piattaforma satellitare TivùSat.