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Era mio padre del 2002 non è però la classica storia di gangster spietati e avidi in una America anni '30; ossia non è una storia senza cuore tutta spinta sul massimo livello di efferatezza. Tom Hanks è sì un gangster mostruoso e lucido ma anche un padre amorevole disposto a tutto pur di salvare la vita del proprio figlio Mike quando diventa il fastidioso testimone di una brutale uccisione da parte del boss Rooney (Newman) e di suo figlio Connor (Daniel Craig). Tra l'altro, per rimanere sul tema dei padri putativi, il boss stesso è un personaggio ricalcato sulla falsariga di un padre biologico e proprio su questa doppiezza che attraversa il film, Tom Hanks ci regala un personaggio completo e complesso tutto da riscoprire.

Il film. Basandosi sull'opera a fumetti di Max Collins, Mendes ci regala un ritratto di un rapporto padre-figlio che scava nella profondità del ruolo paterno per un Tom Hanks cattivo e spietato ma allo stesso tempo capace di gesti estremi pur di difendere il proprio figlio dai pericoli della malavita. Padre e figlio, scapperanno insieme dalla vendetta del boss e dalla cattiveria del suo sicario Maguire (uno psicopatico Jude Law) cercando allo stesso tempo di recuperare un rapporto genitoriale che proprio la scoperta del vero mestiere del padre da parte del figlio ha in qualche modo alterato.
Dietro le quinte. La storia alla base del film prende spunto da eventi reali riguardanti il boss criminale John Looney.
La scena da antologia. Il monologo finale del piccolo Mike è un momento di cinema che ci regala una bella definizione di paternità.
I premi. Premio Oscar per la migliore fotografia a Conrad L. Hall.
Perché vederlo. L'ultima apparizione al cinema per Paul Newman.
Dove e quando. 21:15 su Rai 3.