Di stranezze in tv se ne vedono eccome e, l’era della globalizzazione, così come il moltiplicarsi di piattaforme con più spazio che contenuti da offrire, hanno porto il fianco ad una forma di colonizzazione tutta nuova portata avanti da eserciti di format e reality sempre più stralunati che nei canali free costruiscono accampamenti attrezzati di ospedali e scuole.
Storie e follie mediatiche di tutto il mondo, per carità, ma l’America anche in questo caso riesce ad accaparrarsi il primato mettendo a profitto perle inarrivabili di puro capriccio.
Qualche anno fa aveva destato un certo scalpore “The Apprentice”. Donald Trump aveva prodotto lo show e messo in palio la possibilità di gestire una delle sue numerose società. Il gioco consisteva nel superare una serie di prove professionali in team e chi perdeva doveva presentarsi al cospetto dello stesso Trump in persona che si divertiva come un matto a pronunciare la frase “Sei stato licenziato!”
Molti chirurghi plastici, famiglie a dieta, anarchiche gare di coppia per resistere alla tentazione del tradimento, famiglie di aspiranti star allo sfascio più tardi, arrivano gli Hilton e si propongono, modestia a parte, come modello esclusivo di bella vita da concupire.
Il titolo “I want to be a Hilton” parla chiaro, basta e avanza. Eppure c’è un motivo di curiosità. Quella benedetta figliola di Paris, per combattere la comprensibile noia del cognome e le seccature di un’ingombrante eredità, ha gettato in pasto all’auditel ogni minuto di libertà vigilata tra un party e l’altro, senza avvertire la minima premura verso l’impero che si ergeva alle sue spalle. Se qualcuno, come chi scrive, si è fermato prima d’ora ad interrogarsi sulle ragioni di un simile “disastro”, il suo primo sospetto -sadismi del pubblico a parte-, sarà stato rivolto proprio a quella famiglia. E ad essere ancora più precisi a qualche esemplare di donna che Paris avrà eletto a modello cui ispirarsi. Uno a caso? Magari la mamma. Già: come sarà la mamma di Paris? che valori le avrà trasmesso? cosa avrà inculcato in quella bella testolina? Ed ecco servita la motivazione per sciropparsi “I want to be a Hilton”: la mamma appunto. Kathy Hilton in tutto il suo sfacciato status sociale offre a 14 concorrenti la meravigliosa opportunità, in caso di vittoria ben inteso, di vivere per un anno come solo gli Hilton possono. Nel frattempo il gioco prevede che i ragazzi alloggino per 8 settimane in un hotel di New York organizzando spettacoli di moda, aste di beneficienza, accudendo cagnolini con le scarpe, ma soprattutto tenendo fisso lo sguardo sulle buone maniere e il savoir faire. Supervisore: Madame Hilton stessa, che liquiderà i partecipanti meno opportuni e chic con la frase “Non sei nella lista”.
Ci sono almeno due lezioni da imparare. La prima è che gli Hilton e il loro protagonismo potrebbero non finire mai e Paris potrebbe, a questo punto, godere delle attenuanti. La seconda è che i super-ricchi adorano giocare solo a patto di riservarsi il brivido di promulgare d’impero l’esilio. Ma a conti fatti ci sarebbe bastata la saggezza popolare che vuole che signori si nasca…
Da mercoledì 6 ottobre alle ore 21:10 sul canale free La5 : “I want to be a Hilton”.


NOTIZIE
Signori si nasce...
Su La5 arriva "I want to be a Hilton", game show condotto dalla mamma di Paris che insegnerà ai concorrenti l'educazione e il savoir faire...

05.10.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice