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Quel genio di Mel Brooks

Abbiamo incontrato Mel Brooks a Roma per presentare "The producers" e dopo aver parlato del suo ultimo film ci ha svelato che sta lavorando al musical tratto da Frankestein Junior, ma il film, ha giurato, non sarà toccato

Mel Brooks

12.04.2007 - Autore: Leonardo Godano
Geniale, ironico e irriverente si è presentato a Roma, più in forma che mai, il quasi 80enne Mel Brooks. L’autore di Frankestein Junior è in Italia per promuovere il film “The producers”, tratto dall’omonimo lungometraggio del 1968 “The producers” (“Per favore non toccate le vecchiette” e Oscar per la migliore sceneggiatura). 
 
Perché ha sentito l’esigenza di produrre un remake di un suo vecchio film?  
Nel 1968 “The producers” era perfetto per quell’epoca. I tempi, l’economia e tante altre cose, ma con quell’impianto e soprattutto con quelle meravigliose 22 canzoni  era giusto fare un musical. Ho pensato che dovevamo registrarlo per averlo per sempre, un piccolo film, ma per sempre.

Che tipo di produttore è lei?  Ricorda Max Bialystock e Leo Bloom?  
No quelli esistono solo a Broadway. Nel mondo ci sono due tipi di produttori. I primi, circa il 90 %, sono quelli che vogliono fare film solo per denaro e non gli importa nulla dell’arte. I secondi sono quelli che amano l’arte, la bellezza e la creatività, io appartengo assolutamente alla prima categoria!

Nel film lei non ha fatto solo il produttore? Si è ritagliato anche dei piccoli camei?  
Si è vero ho un paio di ruoli. Precisamente tre parti. Sono un gatto, o meglio doppio il gatto della prima scena e miagolo (ci fa sentire il verso), sono il capo dei piccioni e faccio dei versi molto divertenti e doppio un saldato tedesco che si presenta all’audizione. Poi ci sono anche nei titoli di coda. Ho fatto tutte queste parti e il produttore mi hanno pagato solo per una. Incredibile!

Se facesse oggi un musical cosa vorrebbe raccontare?  
Probabilmente parlerei di questa ultima guerra e lo chiamerei “Iraq Follies”, ma non tanto per far vedere la guerra in Iraq, ma per mettere sotto i riflettori l’insanità mentale della Casa Bianca.

Cosa pensa di questi ultimi film che descrivono Hitler dal punto di vista umano?  
Prima cosa Hitler non deve essere dimenticato perché lui era un mostro e come tale va ricordato. Per 6 anni ha distrutto e ucciso milioni di persone e non credo che sia giusto ricordarlo solo, triste e con la mano tremante come nel film “La caduta”.

Per quale motivo consiglierebbe di andare a vedere “The producers”?  
Nel film c’è una battuta che racchiude un po’ il mio pensiero “Se tu ridi il mondo riderà con te”. Ridere fa bene alla vita, alla respirazione e anche alla circolazione del sangue, quindi sono assolutamente convinto che chi vedrà il film potrà vivere dai 2 ai 5 anni in più.

Quando ha capito che lei aveva un comicità innata?  
Credo subito, appena nato. Avevo 1 settimana di vita, ero in clinica, nella mi culla beato, e tutta la gente che si sporgeva per vedermi si metteva subito a ridere. Allora ho capito che facevo ridere anche se non parlavo e così ho continuato.

Quali sono i suoi prossimi progetti?  
Sto lavorando ad un nuovo musical tratto da Frankestein Junior. Ora sto scrivendo la canzone di Frau Blücher. Spero di portarlo a Broadway nel 2007, ma non vi preoccupate il film è sacro e non sarà mai toccato. Parola di Mel Brooks.