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Prime recensioni di Crisis in Six Scenes, la serie di Woody Allen: commedia leggera o riciclo di vecchie idee?

La stampa USA divisa sulla serie che Woody Allen ha creato per Amazon, interpretata da Miley Cyrus

Crisis in Six Scenes

27.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
La critica americana si è spaccata in due nell'accogliere Crisis in Six Scenes, la serie TV che Woody Allen ha realizzato per Amazon. In sei episodi, Allen scrive, dirige e interpreta quello che è, a tutti gli effetti, un best of di idee e personaggi tratti dal suo cinema migliore – e proprio questo ha diviso i critici tra chi ha apprezzato il ritorno su territori noti ma famigliari e piacevoli, e chi invece parla di mancanza di idee nuove.

Tra questi ultimi, c'è Tim Goodman di The Hollywood Reporter: “Se dobbiamo credere a quello che ha detto il leggendario regista Woody Allen parlando della sua serie TV, l'ha diretta solamente perché Amazon gli ha fatto un'offerta che non poteva rifiutare”. “Crisis in Six Scenes non è un granché – prosegue Goodman – I primi tre episodi sono curiosamente lenti e sciocchi, il quarto episodio ha una minima scintilla di impeto e gli ultimi due, decisamente i migliori, arrivano troppo tardi”.



“Dire che Crisis in Six Scenes è un disastro sarebbe un'esagerazione – scrive Ben Travers di Indiewire – Regge abbastanza bene in quanto semplice storia di una coppia di anziani che accoglie una contestatrice anti-Vietnam che cambia le loro idee politiche”. Ma: “C'è troppo poco di nuovo o rilevante nei sei episodi di mezz'ora, in cui più che altro Allen ricicla vecchie caricature, vomitando le stesse filosofie e polemiche a cui ci ha abituati negli ultimi sei decenni”.

Molto più positiva la recensione di Robert Bianco di USA Today: Crisis è “una commedia leggera che parte molto lentamente e cresce fino a un finale divertente e soddisfacente”. “Non è per nulla una serie – aggiunge Bianco – non nel normale senso del termine. È un film poco più lungo di due ore, diviso in sei segmenti che non funzionerebbero mai da soli”. “Il Woody Allen che molti di noi conoscevano e amavano all'apice della sua carriera negli anni '70 e '80 è qui in grande spolvero”, anche se la serie “non riporta Allen a quell'apice e non ne rappresenta il suo lato più serio e riflessivo”.



“Woody Allen non ha pratica nell'arte di fare TV, e la cosa diventa un vantaggio nel suo primo progetto TV – afferma David Wiegand del San Francisco Chronicle, dimenticando però che l'autore ha mosso i primi passi proprio in televisione – Allen lavora su territori famigliari, schivando la complessità dei suoi ultimi lavori migliori come Blue Jasmine e Vicky Christina Barcelona. Il fatto è che la televisione può contenere personaggi molto più complicati oggigiorno. Allen farebbe meglio a considerare questo in caso di progetti futuri in TV, ma per ora siamo felici di crogiolarci nell'ispirata follia di Crisis”. Wiegand spende anche buone parole per la co-protagonista Miley Cyrus: “La Cyrus funziona abbastanza bene nella parte della radicale con radici benestanti, ma le ci vuole un po' per crescere nel ruolo. Per buona parte della serie, è un comodo espediente narrativo e svolge il suo dovere in maniera adeguata”.

La serie partirà sulla piattaforma streaming di Amazon il 30 settembre.
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