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Nanny McPhee - Tata Matilda

Dopo aver vinto l'Oscar con l'adattamento di "Ragione e sentimento" diretto da Ang Lee, Emma Thompson torna a confrontarsi con un testo: questa volta si tratta dei libri di Christianna Brand sulla famigerata "Nurse Matilda"

Nanny McPhee

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Di Kirk Jones; con Emma Thompson, Colin Firth, Kelly MacDonald, Imelda Staunton, Angela Lansbury

Il signor Brown (Colin Firth), rimasto vedovo molto prima del previsto, ha proprio bisogno di una tata che riesca a tenere testa ai suoi scatenati sette figlioli: le più forti e robuste governanti della contea sono tutte scappate e gambe levate. In casa sono rimaste soltanto l’agguerrita cuoca Mrs. Blaterwhick (Imelda Staunton) e la dolce Evangeline (Kelly MacDonald), che si occupa della casa e vuole bene ai bambini. Quando tutto sembra ormai irrimediabilmente perduto ecco che si presenta a casa la misteriosa tata Matilda (Emma Thompson), che con le maniere forti ed un po’ di sana magia proverà non soltanto a mettere in riga i ragazzi, ma anche ad impartire loro sagge lezioni di vita. Intanto il sognor Brown, onde evitare che la ricca zia Adelaide (Angela Lansbury) gli tolga la retta di sostentamento con cui riesce a tiare avanti, deve trovare una nuova moglie entro al fine del mese...

Dopo aver vinto l’Oscar con l’adattamento del capolavoro di Jane Austen “Ragione e sentimento” (Sense and Sensibility, 1995) diretto da Ang Lee, Emma Thompson torna a confrontarsi con un testo: questa volta si tratta dei libri di Christianna Brand sulla famigerata “Nurse Matilda”, già apparsa nella TV inglese negli anni ‘60. Figura a metà tra il burlesco e il macabro, l’eroina letteraria è stata trasposta in questo lungometraggio da Kirk Jones, già apprezzato regista di “Svegliati, Ned” (Waking Ned, 1998). La scelta estetica non poteva essere che quella della tavoletta per bambini, tanto edificante quanto vagamente retorica nel messaggio di fondo. La storia scivola via leggera ed inerme, senza particolari invenzioni registiche o scene di grande impatto visivo. Il prodotto, seppur pervaso di una sua particolare simpatia, non si può certo dire che brilli per originalità o inventiva: da una simile idea se ne poteva trarre probabilmente un lungometraggio maggiormente caratterizzato sia a livello filmico che testuale. “Nanny McPhhe” è invece un filmino ben fatto ma niente di più: tutti gli elementi che lo compongono sono messi al punto giusto, non c’è dubbio, ma il risultato finale non possiede la capacità di incidere sull’immaginazione dello spettatore, né tanto mento sulle sue emozioni.

Anche se appunto non particolarmente pungente, questa pellicola rimarrà però nei nostri ricordi grazie alla grandiosa interpretazione della Thompson, tornata ai suoi massimi livelli dopo anni di appannamento. La sua superlativa capacità attoriale le permette di dare al personaggio di Matilda una sapienza ed una saggezza che sembrano venire dal profondo: basta uno sguardo, un piccolo accenno della Thompson, e di questa figura si riescono a comprendere le più piccole sfaccettature; lode incondizionata alla sua interpretazione, che eleva sensibilmente una tavoletta per bambini dal retrogusto vagamente gratuito.