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Lo sport che funziona al cinema

La recente valanga calcistica che ha invaso gli schermi di mezzo mondo, mi ha portato ad alcune considerazioni riguardo lo scarsissimo seguito che lo sport forse più praticato al mondo ha invece sul grande schermo...

any given sunday

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
 

La recente valanga calcistica che ha invaso gli schermi di mezzo mondo mi ha portato ad alcune considerazioni riguardo lo scarsissimo seguito che lo sport forse più praticato al mondo ha invece sul grande schermo. Perché sul calcio sono stati realizzati in proporzione un così basso numero di lungometraggi, di cui pochissimi che valga la pena ricordare?

 


  Qualche volta però può accadere che l’intrinseca spettacolarità del gioco – e soprattutto il suo essere radicato nella cultura americana – possa favorire anche l’esaltazione di sport di squadra, a patto che siano comunque “guidati” da un eroe al timone.

Ecco quindi che basket, football e baseball hanno trovato ad Hollywood e dintorni terreno fertile per tutta una serie di pellicole sportive di vario ma sostanzioso successo commerciale: se addirittura un autore impegnato e polemico come Spike Lee si è avvicinato al suo amatissimo basket con lo splendido “He Got Game” (id., 1998), oppure Oliver Stone ha fatto del football di “Ogni maledetta domenica” (Any Given Sunday, 1999) una testosteronica metafora della civiltà statunitense, significa che il terreno sportivo è decisamente fertile alle più spregiudicate manipolazioni cinematografiche. Come non ricordare allora la spigliata commedia romantica “Jerry Maguire” (id., 1996), in cui Tom Cruise si dibatteva sempre nel mondo dei colossi del touchdown?