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La donna che visse due volte

Sarah Michelle Gellar torna al piccolo schermo con Ringer. Un doppio ruolo per un successo che si preannuncia unico

Ringer

17.09.2011 - Autore: Valeria Roscioni
Guardare ed essere guardati. Se una telecamera incontra uno specchio il dado è tratto. Il gioco di scatole cinesi prende il via e la fascinazione è senza paragoni. Invischia, inquieta, sorprende. Il cinema lo fa da anni, Lo fa da quella Donna del ritratto di Fritz Lang, e anche da prima. Ma una serie TV ancora non aveva mai azzardato tanto, non con tale chiarezza di intenti, coscienza di mezzi.

Non fino a Ringer, fino all’inquadratura che immortala riflessa in uno specchio Sarah Michelle Gellar altezzosa nel ruolo di Siobhan e sottilmente pervasa da disperazione in quello di Bridget. Un istante che, affidandosi totalmente alle impressioni del pilot, contiene in nuce già tutto: il gioco di specchi, il tema del doppio, l’inquietudine, il mistero, la suspance di natura hitchcockiana che si insinua nel momento in cui si intuisce che tutto quanto di importante accade prescinde dai dialoghi, e vive nel modo di essere dei personaggi. E la Gellar è perfetta nel suo doppio ruolo.

Da una parte Bridget, fragile, segnata da un trauma ancora avvolto dal mistero, inseguita dalla mafia e dalla polizia. Dall’altra Siobhan, signora della New York bene, ambigua, altezzosa. La prima è destinata a vivere la vita della seconda con uno scambio di ruoli che è l’espediente perfetto affinché, conoscendo una sorella attraverso l’altra, si vada incontro al colpo di scena anche nel rivelare particolari che solitamente un episodio pilota cerca  semplicemente di narrare. Intanto il ritmo non incalza: l’incedere delle immagini e del montaggio è quello della routine il cui lento trascorrere aumenta lo spaesamento di chi non riconosce i luoghi e i volti e sa che dovrà attendere prima di capire.

Certa della fidelizzazione dello spettatore Ringer non teme di perderne l’interesse e non si affretta. Si concede un pilota che non svela molto più della trama già rivelata agli upfronts e vince la scommessa regalando alla CW 2.740.000 di telespettatori, con un rating dell’1.2 nella fascia d’età di 18-40. Il miglior risultato realizzato martedì alle 21 da tre anni a questa parte, nonostante il prodotto sia tutt’altro che in linea con il target adolescenziale del canale. E la puntata termina proprio quando si vorrebbe sapere di più, con un cliffhanger magistrale che, gioco di specchi al quadrato, riporta proprio lì dove tutto è cominciato.