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Homeland torna a casa: cosa è successo nel primo episodio della sesta stagione?

La Grande Mela è un posto tutt'altro che sicuro nel nuovo capitolo della serie con Claire Danes

16.01.2017 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
ATTENZIONE L'ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLA SESTA STAGIONE DI HOMELAND. SIETE AVVERTITI!

Homeland
 e la sua protagonista Claire Danes tornano a casa dopo tre anni in trasferta in Iran, Pakistan e Germania. Dopo aver salvato Berlino e aver detto "no" all'offerta di Saul Berenson di rientrare nei ranghi della CIA, Carrie Mathison torna a New York. La ritroviamo pronta a battersi per quelli che verranno definiti da un personaggio in scena "i pesci piccoli", e cioè i musulmani che hanno problemi a stabilirsi nella Grande Mela. La caccia ai terroristi è tutt'altro che conclusa però: basta un'inquadratura con Dar Adal (il sempre sulfureo F. Murray Abraham) e sullo sfondo lo skyline di Manhattan a trasmettere immediatamente al cervello dello spettatore un senso di pericolo che attraversa la metropoli occidentale. Un senso di realismo. 


Una delle sequenze più riuscite di questo primo episodio della sesta stagione è quella che vede Adal e Saul Berenson (l'attore Mandy Patinkin, il cuore dell'intera serie) a colloquio con il presidente eletto degli Stati Uniti. O sarebbe meglio dire la presidentessa, interpretata da Elizabeth Marvel già vista come rivale di Kevin Spacey in House of Cards. Paradossalmente è lei il primo nemico da affrontare, una donna in grado di dire frasi come: "il conflitto mediorientale non si risolve con il nostro aiuto? E allora ritiriamoci". A quel punto lo sguardo dei due pezzi grossi della CIA è impagabile. Si arriva perfino a sorridere davanti alla loro frustrazione.
 
Nonostante i realizzatori abbiano totalmente fatto un errore di calcolo prevedendo l'elezione del primo presidente donna, Homeland riesce comunque a flirtare con la realtà, mostrando le falle della sicurezza nella società occidentale e sottolineando il senso di rabbia che si aggira tra le strade di New York, dove l'11 settembre 2001 è stato a tutti gli effetti l'inizio della terza guerra mondiale. Una rabbia contro la stessa gestione degli Stati Uniti e, come sempre, la loro condotta in politica estera. Da qualche parte, all'interno dei milleduecento kilometri quadrati di New York City, si nasconde un nuovo nemico che deve essere ancora rivelato negli episodi futuri. 


L'elemento più interessante di questo primo episodio è tutto umano. Tutto di Peter Quinn, l'ex superagente interpretato da Rupert Friend, rimasto vittima di una tortura al gas nervino nella scorsa stagione. Il personaggio è all'apice della sua sofferenza: Friend lo incarna alla perfezione con i suoi movimenti storpi, gli occhi stralunati, il suo volto poco ricettivo e la voglia di sfuggire ad ogni cura. Carrie continua a stargli dietro e accudirlo, nonostante lui non ne voglia sapere. E' in quei momenti che vediamo un barlume di quella storia d'amore che non c'è mai stata tra i due personaggi e che adesso ha lasciato il posto a un'agonia totale.

La sesta stagione di Homeland andrà in onda in Italia in primavera sempre su FOX.