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Fattore S in TV, le showrunner più potenti dell'entertainment 

Dietro le quinte manovrano storie, soldi e successo. Chi sono, secondo la classifica annuale di The Hollywood Reporter.

Being Mary Jane

Being Mary Jane

16.12.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Sullo schermo ne vediamo solo le incarnazioni immaginifiche - come la Piper Chapman di Orange is The New Black o la Maura Pfefferman di Transparent - ma dietro gli show più importanti della scorsa stagione, a sorpresa, ci sono le donne. Professioniste di potere, che muovono idee e budget e che soprattutto contribuiscono a cambiare l’influenza di stereotipi, di genere, etnia e religione. La rivista The Hollywood Reporter le ha unite in un’unica classifica. Ecco chi sono. 
 
Mara Brock Akil, showrunner di Being Mary Jane. Quarantacinque anni, è la showrunner della serie televisiva trasmessa dall’emittente BET a partire dal 2013, che ha raccolto una media di 4 milioni di spettatori nella prima annata. Attualmente alla terza stagione – in produzione – la serie si focalizza sulla storia di una giornalista nera, interpretata da Gabrielle Union, che vive tra ostacoli professionali e personali. “Sono una nerd che si veste di glamour e abiti lussuosi – dice di sé la Akil – e la cosa che davvero non sopporto dell’industria hollywoodiana è quando donne e uomini litigano per l’aria condizionata nella writers room”. 

 
Jenji Kohan, showrunner di The Orange Is the New Black. Quarantasei anni, è la mente che si cela dietro lo show di successo della piattaforma Netflix. Prima di adattare il romanzo scritto da Piper Kerman per la televisione, è stata autrice della comedy Weeds per il canale Showtime. Ed è una che ha le idee chiare sul proprio futuro: “Non ambisco a nient’altro che questo. Ognuno deve scalare la propria montagna. Quando guardi le carriere degli altri, non sai mai cosa c’è dietro il loro successo”. 

 
Jill Soloway, showrunner di Transparent. Ha vinto il Golden Globe come migliore serie dell’anno con la serie prodotta da Amazon Studios su un professore di Scienze politiche che improvvisamente rivela alla propria famiglia la sua identità transgender. Una storia che la Soloway conosce da vicino, visto che suo padre nel 2011 si dichiarò per l'appunto transessuale. Prima di Transparent, la Soloway ha anche lavorato a quattro stagioni di Six Feet Under. Apparentemente, è una che sostiene ritmi di scrittura molto alti: “La mia fissazione è avere un letto nel mio ufficio. Per i pisolini!”. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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