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Torna Orange is the new black. Un riassunto delle prime stagioni, per godervi la terza

Tornano le protagoniste imperfette dello show Netflix che ha incantato il mondo. Eccole al microscopio 

 Orange is the new black 3 stagione

16.06.2015 - Autore: Alessia Laudati
Manca poco all'arrivo della terza stagione di Orange is the new black, il dramma carcerario prodotto da Netflix e sceneggiato da Jenji Kohan, che da stasera sarà trasmesso anche in Italia sul canale Infinity, uno show dove tra lesbismo e tematiche interrazziali, si profana continuamente un luogo, che nella mente dello spettatore, dovrebbe rimanere più a lungo possibile privo di racconto: il carcere.
 
Eppure, OITNB, non ha solo infranto questo diktat, che permette di considerare i condannati come esseri umani in condizione di alterità perpetua, ma ha consentito di trattare temi scottanti dal punto di vista sociale, usando una buona dose di humor nero unita proprio all’atipicità del contesto. Ad affascinare è la sua natura di mondo parallelo all’esistenza di chi è in libertà, che si unisce alla sua dimensione claustrofobica, in grado di  accelerare le dinamiche personali ed esistenziali senza la pretesa di farsi movimento d’opinione. 
 
E allora, non c’è countdown che possa definirsi tale, senza una ricapitolazione dei caratteri e dei personaggi, che per sfumature e tipologie sociali, rappresentano la vera sorpresa di uno show controverso e mai banale. 

Piper Chapman (Taylor Schilling). Lei siamo noi; ovvero il punto di vista di chi non ha mai avuto problemi con la legge e proviene da un’etnia, quella occidentale e bianca, che non ha nemmeno dovuto chiedersi il perché di tutta una serie di privilegi sociali e personali. Malgrado ciò, la protagonista è improvvisamente costretta a scontarsi con le ristrettezze del carcere e la difficoltà di sopravvivere in un ambiente non proprio accogliente. Oltre al tema dell’adattamento, in Orange is the new black, si affianca anche quello dell’orientamento sessuale e dell’amore nei confronti dell’ex amante.

Alex Vause (Laura Prepon). É la figura che emerge dal passato di Piper, un po’ aguzzina, un po’ partner sentimentale, rappresenta l’alternativa affettiva alla vita intima della protagonista. Prima di Alex, la vita di Piper poteva terminare con un marito fuori dal carcere che aspettava solo la sua liberazione pur di sposarla, ma la seconda stagione si è chiusa con un colpo di scena che sembra cambiare radicalmente i rapporti con la bionda protagonista. 

Nicole “Nicky” Nichols (Natasha Lyonne). Ex eroinomane, incognita della terza stagione, dove il suo personaggio sarà decisamente evanescente, è la figura che incarna il dualismo di una vita borghese ma allo stesso tempo imperfetta e problematica. Viso da cheerleader ma passato da ragazza interrotta, come le altre protagoniste della serie, è alle prese con i proprio drammi interiori. 

Il resto del cast. Il carcere femminile di Litchfield è affollato di personaggi interessanti, ognuno dei quali è in grado di presentare con originalità e intelligenza una specificità del carattere umano e dell'universo femminile. Si va dalla dispotica Red, a capo della cucina della prigione, all'italo-americana Lorna Morello, passando per Sophia, il personaggio interpretato dall'ormai iconica attrice transgender Laverne Cox. Ma c'è chi giura eterna fedeltà al personaggio di Pennsatucky, controverso e decisamente fuori di testa, mentre molti episodi vi faranno affezionare a Occhi Pazzi.

Malgrado il ritratto corale, un punto fermo rimane all’interno della costruzione dei personaggi. Il carcere, con i suoi limiti fisici e strutturali, e la deprivazione di ogni orpello fisico e comfort ambientale, è il purgatorio dove ogni personaggio è costretto a mostrarsi secondo la propria natura autentica, aldilà dei pregiudizi e di una vita, che al di fuori delle gabbie, si comporta come se ci fosse una sola umanità degna di assumere questo nome. 
 
 
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