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Faenza con pirofila giapponese

'La pirofila che viene dal Giappone è per definizione migliore, rispetto a quella fabbricata a Busto Arstizio. E così è anche qui alla Mostra'. Il regista sceglie la metafora della pirofila per difendere "Giorni dell'abbandono"

i giorni dell'abbandono

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
 

Roberto Faenza e la pirofila giapponese. In primo luogo c'è da dire che in tutti noi italiani, non solo nei giornalisti, c'è una punta di esterofilia: la pirofila che viene dal Giappone è per definizione migliore, rispetto a quella fabbricata a Busto Arstizio. E così è anche qui alla Mostra. Roberto Faenza sceglie la metafora della pirofila per difendere "Giorni dell’abbandono" dal fuoco incrociato di fischi, buu e critiche. Era il primo dei tre attesi film italiani alla mostra del cinema (arriveranno Pupi Avati e Cristina Comencini), e non siamo esattamente partiti con il piede giusto. Luca Zingaretti, vile marito di Margherita Buy nel film, pare lavarsene le mani: Io però sono tranquillissimo non solo perché ho un ruolo tutto sommato minore, ma anche perché è giusto che storie come questa facciano discutere. Margherita Buy incassa meno bene il colpo: Sono terrorizzata: è la prima volta che accompagno un film in concorso, ed è uno choc. 

Approdi al Lido. "La sposa cadavere" di Tim Burton: Victor si ritrova promesso sposo di Victoria ma anche di una fascinosa sposa cadavere appartenente al mondo dei morti. Animazione con la tecnica stop motion. "Texas": esordio alla regia del giovane Paravidino. I giovani di Procacci stavolta si trasferiscono in campagna. "Vers le sud": tre donne americane sbarcano sull’isola di Haiti e restano ammaliate da un play-boy del luogo (dal regista di "A tempo pieno" Laurent Cantet).

La conversione di Takashi Miike. Nella sua carriera ha mozzato centinaia di gambe e braccia a colpi di sega. Ha rovesciato sullo schermo ettolitri di sangue. Ora all’improvviso ha deciso di pensare ai bambini. Un mondo favolistico fatto di gnomi e elfi, gli Yokai: i demoni del folklore giapponese. E’ tale l’attenzione ai bambini che nel pieno di una sequenza aerea un po’ pericolosa l’immagine si blocca e in sovraimpressione appare l’ironico monito: Bambini è pericoloso, non fatelo a casa. La grande guerra dei Coboldi assomiglia un pò al Mago di Oz. Un bambino si ritrova l’eletto, il cavaliere Kirin, e si allea agli antichi spiriti del paese per dichiarare guerra allo Yomotsumono. Tutte le cose abbandonate e rottamate dall’uomo in una discarica si sono animate in un demone. Viva la pace ecologica! Sembra gridare Miike dietro la sua cinepresa. Più improbabile e grottesco appare un altro monito durante il film, recita: I fagioli salveranno il mondo! Firmato il nonno.