Una Roma sospesa tra sacro e profano, tra indifferenza, cinismo e bisogno di sentirsi connessi con gli altri è al centro del film che ha fatto innamorare Paolo Sorrentino della Città Eterna e gli americani di un’Italia piena di bellezza decadente e di fascino.
Il film del 2013 ha infatti vinto un Oscar come Miglior film straniero nel 2014. La grande bellezza ha come protagonista un cicerone d’eccezione, Toni Servillo, che porta lo spettatore alla scoperta della Città e del suo animo pigro e trascurato, della sua immobilità e del suo profondo senso estetico. Protagonista non è tuttavia solo la Capitale, ma anche il viaggio interiore di Jep Gambardella (Servillo), un uomo distaccato che si riscopre improvvisamente pieno di rimpianti e di fantasmi del passato mai veramente affrontati.
Il film del 2013 ha infatti vinto un Oscar come Miglior film straniero nel 2014. La grande bellezza ha come protagonista un cicerone d’eccezione, Toni Servillo, che porta lo spettatore alla scoperta della Città e del suo animo pigro e trascurato, della sua immobilità e del suo profondo senso estetico. Protagonista non è tuttavia solo la Capitale, ma anche il viaggio interiore di Jep Gambardella (Servillo), un uomo distaccato che si riscopre improvvisamente pieno di rimpianti e di fantasmi del passato mai veramente affrontati.
Il film. Grottesco, irritante, ma anche emozionante è il viaggio del giornalista Jep in una Roma piena di sottoboschi diversi e tutti, o quasi, paradossali. Cinico fino all’osso il giornalista frequenta gli ambienti alti senza mai davvero farne parte e mettendo tra sé e questi ultimi un velo di irriverente critica e snobismo. Sorrentino dipinge con ironia la Roma delle star decadute, dei preti corrotti, dei cocainomani tristi, e mette a confronto questo bestiario umano con la bellezza muta dell’arte e della Storia della Città Eterna. Francamente l’umanità alla fine non risulta essere all’altezza della città ma tra malinconia e ironia va in scena un ritratto quasi sociologico di chi la popola.
Dietro le quinte. Il film è stato dedicato alla memoria del giornalista Giuseppe D’Avanzo, amico del regista.
La scena da antologia. L’apertura del film sulla grande festa romana tra girandole di personaggi improbabili e il primo piano sul volto beffardo del personaggio di Jep.
Perché vederlo. Da vedere sapendo che non si resterà immuni alle provocazioni tipiche del regista campano.
Dove e quando. Lunedì 19 febbraio alle ore 21:00 su Iris.