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Com’è Gomorra 3? La recensione senza spoiler

La terza stagione arriva dal 17 novembre: ecco la recensione dei primi due episodi

14.11.2017 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Potere e famiglia. La sfida brutale per ottenere il primo e la domanda asfissiante sulla tenuta della seconda. L'unico aspetto capace – forse - di sopravvivere all’orrore.

Gomorra è tornata e siamo felici che la terza stagione sia ancora il luogo delle domande sul peso dell’ambizione. La terza stagione mantiene salda la premessa di partenza - l’ammissibilità di ogni scempio pur di ottenere e conservare il potere - e allarga lo scenario senza tradire la sua cupa essenza di racconto ‘sociale’ e criminale.

Il cambio è ‘geografico’, si passa dalle piazze criminali di Secondigliano alle piazze internazionali delle periferie del mondo come Sofia in Bulgaria, anche se in fondo i luoghi marginali si somigliano tutti, e anche ‘tematico’. Genny e Ciro sono ormai non più criminali senza un passato ma boss mostruosi con una lunga serie di omicidi alle loro spalle. Quindi, come collocare il loro curriculum criminale nelle dinamiche della storia? Che il fattore ‘tempo’ conceda loro qualche rimorso è fuori discussione. I due criminali bramano il potere in maniera ancora più ardente e nonostante abbiano pianto ciascuno i loro 'cari' morti. Ciro, la figlia, Genny, il boss Pietro Savastano. Il tempo è passato da allora ma qualche ruga in più ricorda loro una crudeltà compiuta che non può essere tradita dal revisionismo dell'oggi, del pentirsi per quanto fatto in passato. L'odio inflitto alimenta l'odio, non lo stempera. Tuttavia, prima di andare avanti nella storia bisogna seppellire metaforicamente e fattualmente la vecchia era dei ‘padri’. Per questo il primo episodio della terza stagione, diretto come molti altri da Claudio Cupellini, è un lungo rito kitsch che affossa la storia di ieri, della Napoli che abbiamo conosciuto, e si prepara con tutti gli onori ad accogliere una nuova spietata lotta per il potere.



Abbiamo visto solo i primi due episodi, ma ancora una volta il team produttivo e creativo di Gomorra ha fatto il suo dovere. E noi, scottati da un altro prodotto di genere della serialità italiana come Suburra, che però è molto più attento a umanizzare i personaggi rispetto allo show, applaudiamo il ritratto cruento, verosimigliante della camorra napoletana che funziona proprio perché non ha alcun timore di spaventare il suo pubblico.

Ci sono delle scene fortissime in questi due primi episodi. Corpi maciullati con freddezza e morti assegnate senza troppi pensieri. A Gomorra, del resto lo sappiamo, anche per precisa scelta politica, non servono figure positive con le quali rabbonire in qualche modo l’orrore di chi conosce solo le leggi selvagge dell’ambizione personale. È la sua cifra stilistica e il suo impegno civile: la coerenza al mondo che racconta senza particolari sconti. Per questo le critiche sulla pericolosità di un racconto che potrebbe creare emulazione, sono del tutto ridicole. Non in generale, ma proprio parlando di Gomorra.

Perché è l’unica serie televisiva italiana abbastanza coraggiosa da raccontare nel profondo il sangue senza lasciare nessun utile appiglio al telespettatore per immedesimarsi in una qualche figura positiva, l'argine al Male, o in un flash di normalità. Non ci sono cattivi romantici come in Suburra o Romanzo Criminale, oppure morali di confine che confondono i ruoli.



Non ci sono sessi che dividono, maschi cattivi e femmine concilianti. Ancora di più in questa stagione dove Scianel avrà forse la sua vendetta. Ci sono solo mostri. E l’effetto di queste uniche caratteristiche è la continua distanza con le immagini raccontate. Anzi, si dirà di più. La forza della serie TV è aver sostituito lo spazio di solito dato all’eroismo in questo tipo di racconto, forze dell’ordine, detective, eroi tra la gente, per concederlo alla normalità ‘violata’. È al massimo il racconto dell’uomo comune che pensa di poter gravitare intorno a questi ambienti mafiosi rimanendo pulito, il punto di vista – claustrofobico - con il quale si può identificare lo spettatore.

Mai come in questo inizio di stagione comprendiamo il destino tragico del piccolo pesce che gioca con i pescecani finendone divorato, o dell’ex criminale che cerca di tornare a una vita pre-mafiosa senza successo. I personaggi di Cristiana Dell’Anna e del contabile di Genny mirano a questo scopo. Ossia al raccontare l’assenza totale di normalità nella guerra di Gomorra ma solo un lieve equilibrio prima del prossimo sparo. Bentornata quindi nemica carissima. 
 
Gomorra 3 andrà in onda in prima TV assoluta venerdì 17 novembre alle ore 21:15 su Sky Atlantic.